Dare “testimonianza di Gesù” con esempi di vita cristiana, azioni concrete e senza “chiacchiere”. Così il Papa, in visita domenica pomeriggio alla parrocchia di Santa Maria a Setteville, nel comune di Guidonia ma nella diocesi di Roma. Nella borgata, visitata dal Pontefice già nel 2014, Francesco ha così ripreso le visite alle parrocchie romane dopo la pausa dell’anno giubilare. E ha voluto farlo cominciando con l’incontro con il vice parroco, colpito da due anni da una grave forma di sclerosi laterale amiotrofica.
"Anche io a volte ho camminato nel buio della fede e la fede si è abbassata tanto ma poi con unpò di tempo la ritrovi". Si è soffermato in particolare con i 150 giovani, tra cresimandi e post cresimati, che lo hanno accolto oggi nella parrocchia di San Maria a Setteville di Guidonia, papa Francesco. E con loro, avviando una dialogo aperto, non ha eluso temi tra i più delicati anche per un Pontefice, rispondendo, come sempre fa, a braccio alle domande dirette dei ragazzi. "La fede - ha spiegato Bergoglio - alcuni giorni non si vede, è tutto nero.
Per esempio - ha voluto raccontare - quando ieri ho celebrato il battesimo di tredici bambini nati nelle zone del Centro Italia recentemente colpite dai terremoti, tra loro c'era anche un papà che ha perso la moglie e uno pensa, può avere fede quest'uomo? E si capisce che lì è buio, bisogna rispettare quel buio dell'anima". "Non si studiaper avere fede - ha sottolineato quindi Francesco - si riceve come un regalo". Ma il Papa ha voluto ammonire i ragazzi della parrocchia di Setteville, la sua prima visita pastorale nella sua diocesi dopo la lunga interruzione dovuta al Giubileo, anche sul rifiutarsi di divenire dei "cristiani pappagallo", cristiani cioè che "dicono che sono cattolici, vanno tutte le domeniche a messa ma poi con i genitori non parlano, non assistono i nonni,non assistono i poveri, non vanno a trovare gli infermi.
Così non è testimonianza, non serve". La vera testimonianza, ha spronato, è quella che si fa con "le parole, con il cuore e con le mani" attraverso le opere di misericordia e riservando un ruolo speciale in famiglia ai nonni. Celebrando la messa,Francesco è tornato sul tema della testimonianza scagliandosi contro i "chiacchieroni" che sparlando, agiscono nella comunità parrocchiale portando inimicizie e tensioni. "C'è un peccato che non trovo tra quelli degli apostoli, raccontati nel Vangelo - ha detto -: sono traditori, codardi, ma non sparlano tra loro".
"Hanno tradito il Signore - ha aggiunto - ma questo no, le parole, siamo tutti peccatori, ma una comunità dove ci sono le chiacchierone e i chiacchieroni è una comunità che è incapace di dare testimonianza, io dirò solo questo: volete una parrocchia perfetta? Niente chiacchiere, niente, se hai qualcosa contro vaia dirlo in faccia. Momento particolarmente toccante nell'ambitodella visita alla parrocchia è stato l'incontro privato che Francesco ha voluto riservare al vice parroco Don Giuseppe Berardino, sacerdote 47enne gravemente malato di sclerosi laterale amiotrofica da tre anni. Nei dieci minuti assieme Francesco ha portato il suo sostegno e il suo conforto usandogli parole di coraggio.