Il dono più grande che Dio ci ha fatto è la vita. E la vita fa parte di un altro dono divino originario che è il Creato. Ricevendo i partecipanti all’Incontro promosso dall’Istituto Italiano della Donazione, in occasione della Giornata del dono 2017, che si celebrerà il prossimo 4 ottobre, il Papa è andato alla radice del nostro essere uomini e donne. Creature immerse nel disegno d’amore che il Padre buono ha voluto offrire, in Cristo, ai propri figli.
E nella misura in cui ci apriamo e lo accogliamo – ha sottolineato Francesco –, possiamo diventare a nostra volta dono d’amore per i fratelli. «Ce lo ha ricordato Gesù durante l’Ultima Cena, quando lasciò ai suoi discepoli il "comandamento nuovo" dell’amore». Nuovo certo, perché «non si tratta di un amore qualsiasi, ma dell’amore stesso di Gesù, che ha dato la sua vita per noi. Un amore che si traduce nel servizio agli altri: poco prima, infatti, Gesù aveva lavato i piedi ai discepoli. Un amore che sa abbassarsi, che rifiuta ogni forma di violenza, rispetta la libertà, promuove la dignità, respinge ogni discriminazione. Un amore disarmato, che si rivela più forte dell’odio. Questa è la regola dell’amore per quanti vogliono seguire Gesù: lasciarsi afferrare da Lui, amare con Lui, modellare le proprie azioni sulla sua infinita generosità».
E seguire Cristo è sinonimo di vita riuscita, felice. «La Giornata del dono» allora – ha proseguito il Papa – «è un’opportunità stimolante prima di tutto per i giovani: perché possano scoprire che il dono è una parte di noi stessi che viene gratuitamente regalata all’altro, non per perderla, ma per aumentarne il valore. Donare fa sentire più felici noi stessi e gli altri; donando si creano legami e relazioni che fortificano la speranza in un mondo migliore». Una consapevolezza che si traduce anche in responsabilità. Verso gli altri e verso il Creato che ci è casa. «Abbiamo il compito – ha osservato il Pontefice – di conservare e consegnare integro alle future generazioni il pianeta, che abbiamo ricevuto come dono gratuito dalla bontà di Dio. Di fronte alla crisi ecologica che stiamo vivendo, la prospettiva del dono ricevuto e da consegnare a chi verrà dopo di noi è motivo di impegno e di speranza».