Ordinazioni sacerdotali in San Pietro l'11 maggio 2014 - Siciliani
Il Papa torna a ordinare i sacerdoti per la sua diocesi. Lo scorso anno per via della pandemia le ordinazioni erano state posticipate e celebrate dal cardinale vicario Angelo De Donatis nella Basilica di San Giovanni in Laterano; domenica invece, alle ore 9, sarà nuovamente Francesco a presiedere il rito nella Basilica di San Pietro e nella domenica del Buon Pastore. Nove i diaconi che saranno consacrati e che si sono formati nei diversi seminari diocesani: sei al Pontificio Seminario Romano Maggiore (Georg Marius Bogdan, Salvatore Marco Montone, Manuel Secci, Diego Armando Barrera Parra, Salvatore Lucchesi e Giorgio De Iuri), due al Collegio diocesano Redemptoris Mater, del Cammino Neocatecumenale (Riccardo Cendamo e Samuel Piermarini), uno al Seminario della Madonna del Divino Amore (Mateus Henrique Ataide Da Cruz).
Racconta Goerg Marius Bogdan, originario della Romania, che ha frequentato prima il Pontificio Seminario Minore e poi il Maggiore: «Il mio desiderio di diventare sacerdote è nato fin da bambino, da quando avevo 9 anni e stavo leggendo un libro intitolato Vita di san Giovanni Bosco. Sognavo di diventare come lui». Dice Salvatore Marco Montone, trentaduenne calabrese, trasferitosi a Roma per gli studi universitari: «Sono nato nel giorno del Venerdì Santo del 1989 e il giorno del mio Battesimo, qualche mese dopo, erano finite le vestine bianche per i bambini, così il sacerdote mi coprì con una stola. Non ho ricordi, naturalmente, ma i miei genitori me lo raccontano sempre». Ricorda Diego Armando Barrera, ventisettenne colombiano: «Una volta finito il liceo, in Colombia, facevo volontariato nel carcere minorile e in una fondazione per tossicodipendenti. Lì è nato il mio desiderio di poter aiutare e servire il prossimo per sempre».
Il più giovane dei nove diaconi è Manuel Secci, ventiseienne romano, cresciuto a Torre Angela nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo, «dove il senso di comunità e le belle esperienze hanno nutrito la mia vocazione». Al Seminario Maggiore ha studiato anche Salvatore Lucchesi, siciliano di 43 anni: «Rendo grazie a Dio con la mia vita per tutta la misericordia che ha avuto per me». Arrivato da Brindisi a Roma per studiare medicina, 29 anni, Giorgio De Iuri spiega: «Il desiderio della vocazione è nato in me quando avevo circa 15 anni, ma lo avevo un po’ accantonato. Si è poi riacceso nei primi anni che ho vissuto qui a Roma da studente fuori sede, grazie all’accoglienza che ho ricevuto nella parrocchia di Santa Galla». Mateus Enrique Ataide Da Cruz, 29 anni, è nato in Brasile, ad Afogados da Ingazeiras: «Quando avevo 15 iniziai a lavorare per un uomo anziano, lo aiutavo con il computer. Nel contratto di lavoro era scritto chiaramente che ogni giorno avrei anche dovuto pregare insieme a lui e recitare il Rosario. Quella che nei primi tempi ho vissuto come un’imposizione, è diventata poi per me una necessità».
Riccardo Cendamo, quarantenne, sognava invece di diventare regista, e per qualche anno lo ha anche fatto. Poi ha capito che non era quella la sua strada: «Se adesso mi guardo indietro mi rendo conto che la chiamata alla vocazione sacerdotale c’era da sempre, quell’amore doveva maturare». Samuel Piermarini, 28 anni, è l’ultimo di quattro fratelli, con una grande passione per il calcio: «Giocavo ad alti livelli, la Roma mi chiamò per fare un provino. Alla fine dell’allenamento mi chiamò Stramaccioni e mi disse: “Allora Piermarini, puoi firmare con noi!”. Ma io risposi che non me la sentivo». Quindi entrò al Redemptoris Mater.