lunedì 29 luglio 2024
Nella Giornata dedicata ai nonni, Francesco ha ricordato che il futuro dipende dal rapporto tra vecchie e nuove generazioni. Poi l'appello contro la produzione e il commercio delle armi
Il Papa all'Angelus del 28 luglio

Il Papa all'Angelus del 28 luglio - Vatican Media

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«Il nostro futuro dipende molto da come nonni e nipoti impareranno a vivere insieme»: sono chiare le parole pronunciate ieri, 28 luglio, da papa Francesco al termine della consueta preghiera domenicale dell'Angelus in piazza San Pietro. Un monito pronunciato nel contesto della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, dedicata al tema «Nella vecchiaia non abbandonarmi», che è tratto da un versetto del Salmo 71.

«L’abbandono degli anziani è una triste realtà alla quale non dobbiamo abituarci - ha detto il Pontefice -. Per molti di loro, soprattutto in queste giornate estive, la solitudine rischia di diventare un peso difficile da sopportare. La Giornata odierna ci chiama ad ascoltare la voce degli anziani che dicono: “Non abbandonarmi!” e a rispondere: “Non ti abbandonerò!”».

Poi l'appello a creare un ponte tra le generazioni, uno dei temi più cari al Pontefice: «Rafforziamo l’alleanza tra nipoti e nonni, tra giovani e anziani. Diciamo “no” alla solitudine degli anziani! Il nostro futuro dipende molto da come nonni e nipoti impareranno a vivere insieme. Non dimentichiamo gli anziani!», ha affermato Francesco, chiedendo ai presenti, poi, di fare un applauso ai nonni.

Tra le questioni di attualità toccate dal Papa all'Angelus anche lo scandalo del commercio delle armi: «Nel mondo c’è tanta gente che soffre per le calamità e la fame - ha sottolineato Francesco -, si continua a costruire e vendere armi e a bruciare risorse alimentando guerre grandi e piccole. Questo è uno scandalo che la comunità internazionale non dovrebbe tollerare, e contraddice lo spirito di fratellanza dei Giochi Olimpici appena iniziati. Non dimentichiamo, fratelli e sorelle: la guerra è una sconfitta!».

Il Pontefice ha anche ricordato nella preghiera le vittime della frana che ha colpito un villaggio nel distretto di Kencho Shacha Gozdi, nel sud dell'Etiopia, a circa 480 chilometri dalla capitale Addis Abeba. Una tragedia che ha provocato, secondo l'ultimo bilancio ufficiale, ancora provvisorio, almeno 257 morti: «Assicuro la mia preghiera per le vittime della grossa frana che ha travolto un villaggio nel sud dell’Etiopia. Sono vicino a quella popolazione così provata e a quanti stanno portando soccorso», ha detto il Papa.

Nella riflessione sul Vangelo del giorno, con il racconto del miracolo dei pani e dei pesci, Francesco, soffermandosi sui tre gesti di «offrire, rendere grazie e condividere», ha lanciato alcune provocazioni: «Fratelli, sorelle, chiediamoci - ha detto-: io credo davvero, per grazia di Dio, di avere qualcosa di unico da donare ai fratelli, oppure mi sento anonimamente “uno fra i tanti”? Sono protagonista di un bene da donare? Sono grato al Signore per i doni con cui continuamente mi manifesta il suo amore? Vivo la condivisione con gli altri come un momento di incontro e di arricchimento reciproco?».

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