Gentile direttore,
anzitutto grazie a lei e a tutti i giornalisti e collaboratori di “Avvenire” per la qualità dell’informazione e la pluralità delle idee offerte, che stimolano il dibattito a distanza con i lettori. Vorrei tornare sulla analisi del professor Agostino Giovagnoli del 10 aprile scorso: fraternità e collaborazione sono importanti, ma se davvero si vuole «un nuovo ordine mondiale», trovo che si debba prima di tutto ripensare concretamente a come “fare economia” e, dunque, produrre in modo più etico e rispettoso dell’uomo e della natura. Ammetto di avere forti pregiudizi sulla Cina anche e soprattutto per la spregiudicatezza in campo economico e gli scempi che compiono in Africa (avendovi assistito anche direttamente nella Repubblica Centrafricana), ma nell’attuale contesto non si possono sottacere le loro responsabilità. Non do credito alle accuse di fabbricazione del virus in laboratorio, ma mi pare sia ormai acclarato che la diffusione è avvenuta per contaminazione da animali selvatici macellati al mercato di Wuhan. Inoltre il modello cinese di economia, con lo sfruttamento estremo delle risorse e degli animali, è largamente diffuso anche altrove. Purtroppo non sono ottimista. Credo che, passata l’emergenza, controllato il virus, troppi si dimenticheranno di questa lezione. Per parte mia, cercherò di seguire l’invito che il professor Becchetti ci rinnova sempre dalle pagine di “Avvenire”: voterò col portafoglio, selezionando i miei acquisti.
Maria Elena Cavicchi, Ferrara
Gentile dottoressa Cavicchi, dico spesso di non avere pregiudizi, ma giudizi sì. E condivido la sua preoccupazione e il suo orientamento. Credo che tout se tient e che un nuovo “fare economia” possa essere pensato da donne e uomini capaci di concepire un «umanesimo concreto» che si fonda sulla realtà dell’umana fraternità e sul dovere (e l’interesse) della collaborazione. Ma condivido in pieno il suo approccio. Il “voto col portafoglio” è una vera incruenta eppure potentissima “bomba atomica” nelle mani dei cittadini–consumatori. L’amico Leonardo Becchetti, che teorizza l’«acquisto consapevole» con la capacità dell’economista di vaglia e propone occasioni per praticarlo con serena costanza, ci ha aiutato a dare ordine e metodo a una propensione già maturata in tanti a comprare sostenibile (preferendo ciò che viene prodotto nel rispetto delle persone, dell’ambiente e della cultura dei territori). Consiglio anch’io a tutti il “voto col portafoglio”, magari già a partire dalla Fase 2.