Vittorio Guido Cheni Trieste
Credo che a un giovane d’oggi sia quasi impossibile immaginare la sua giovinezza, caro Cheni. Sotto le armi dai 20 ai 25 anni, poi il ritorno in terra giuliana con la sua città presa di mira dal tentativo di annessione forzata da parte della Jugoslavia di Tito ( e con la compiacenza di Togliatti). Scongiurata questa eventualità, ma con la perdita di Istria e Dalmazia e col confine di Stato che lambisce la città –, lei ha vissuto gli anni della nascita dell’Italia democratica sotto la guida del più grande statista che il nostro Paese abbia avuto, Alcide De Gasperi. Alla tragedia immane della guerra è seguita una primavera piena di speranza, anche se non priva di difficoltà. Un giovane che aveva attraversato un decennio del genere era autorizzato a sperare che il suo Paese facesse tesoro del dolore e della sofferenza patite, per incamminarsi lungo un percorso di democrazia saggia, lungimirante, onesta, laboriosa. Ma così non è stato, o almeno lo è stato in misura non pari alle aspettative coltivate legittimamente da una generazione che tanto aveva patito per il proprio Paese. Essere virtuosi nei tempi duri pare sia un tantino più facile che esserlo in stagioni di vacche grasse. Le grandi idealità sono apparse risucchiate nella opacità di un costume che privilegia troppe volte il tornaconto di parte esibendo in più occasioni noncuranza per il bene comune. La crisi della giustizia che lei denuncia è uno degli aspetti che più colpiscono, forse perché coinvolge le tre caste più spesso sotto i riflettori: politici, magistrati, giornalisti. Noto che lei esprime un riconoscimento positivo per la Chiesa, di cui apprezza l’azione. Quel « la Chiesa è vita » è davvero un cammeo bellissimo, ma non può essere inteso come copertura, giustificazione all’inerzia rispetto a ciò che nella società va male. I suoi – pur vigorosi – 90 anni e i suoi trascorsi la esentano dal doversi ancora spendere per il suo Paese. Ma l’appello chiama direttamente in causa tanti giovani e adulti rimasti finora alla finestra.
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