Gentile direttore,
sappiamo bene che il suo giornale deve occuparsi di questioni e problemi ben più seri delle faccende che ruotano intorno al mondo del calcio. Tuttavia, poiché la calcistica “vicenda plusvalenze” tocca aspetti non secondari dei meccanismi della comunicazione e dell’amministrazione della giustizia, le saremmo grati se volesse trovare lo spazio per pubblicare questa nostra lettera. Nel 2006 la Procura di Torino aprì un’inchiesta sui comportamenti della dirigenza juventina. Il giudice, in fase dibattimentale, riconobbe la totale insussistenza dei fatti; ma la Procura, assai scrupolosamente, informò la Figc. Tali comportamenti erano propri a tutte le dirigenze, ma solo quella juventina fu oggetto dei provvedimenti della cosiddetta giustizia sportiva. Erano molto più discutibili i simili comportamenti di altre società, come la Procura della Figc accertò in seguito; ma soltanto dopo che tutto era caduto in prescrizione.
La Procura di Torino, che già ha fatto indagini su aspetti del calcio comuni a tutte le squadre, ma su cui nessun altra Procura mai ha indagato, ha ora aperto un’indagine sulle plusvalenze (pratica in effetti anomala) effettuate dalla Juve, una prassi propria a quasi tutte le società di calcio. Se la Covisoc voleva chiarimenti sul meccanismo delle plusvalenze, molte altre Procure, di Genova, di Milano, di Roma, di Napoli, avrebbero dovuto attivarsi, magari confrontandosi tra loro. Invece si è mossa soltanto la Procura di Torino (ma non indagando sulle plusvalenze del Toro), sebbene anche ad altre Procure dovrebbe essere noto che operazioni simili sono effettuate dalle squadre delle aree di loro competenza (come, ad esempio, le plusvalenze a specchio tra Milan e Inter).
La Figc si è subito attivata, chiedendo di essere informata dei dati dell’inchiesta torinese. Ma naturalmente non potrà chiedere i dati di altre Procure per gli stessi comportamenti di altre società, perché le altre Procure non hanno fatto nessuna indagine. Come nel 2006 i media, sempre assettati di news che facciano scalpore, si sono gettati sulla notizia. In radio e tv, dopo avere detto in 10 secondi che così fan tutte, si parla per un’ora delle “colpe eventuali” della Juventus.
La stessa proporzione la si ritrova in molti giornali. Come nel 2006 alcuni media, sfruttando le intercettazioni che illecitamente “trapelano” (che dire della “carta segreta” su Cr7 che probabilmente neppure esiste), preparano così il terreno a eventuali provvedimenti della Figc, che, se ci saranno, puniranno soltanto la Juventus, poiché la Figc spiegherà che altro non le risulta. La campagna mediatica anti-Juve nel 2006 aveva una ragion d’essere. La Juve vinceva troppo e si apprestava a vincere ancora, come dimostra il fatto che i Mondiali del 2006 sono stati vinti da una Nazionale in larga parte juventina. Adesso, pur avendo vinto troppo, la Juve non si appresta affatto a vincere ancora.
E tuttavia, dato che potrebbe di nuovo risorgere, può sembrare utile attivarsi preventivamente per evitare tale possibilità. Noi sostenitori della Vecchia Signora confidiamo che la magistratura ordinaria anche questa volta prenderà atto della non-colpevolezza della Juventus. Ma poiché abbiamo l’impressione che l’ingiustizia sportiva possa nuovamente imputarle la colpa di avere vinto troppo, desideriamo ricordare agli appassionati di calcio e ai media che le vittorie e gli scudetti la Juventus li ha sempre conquistati sul campo. Altre squadre no.
Paolo Bertinetti, professore emerito, Università di Torino
Massimo Bocchiola, professore Iulm, Milano
Gaetano Bonetta, professore di Pedagogia, Università di Catania
Michele Gigantino, generale medico, Roma
Nerio Nesi, già ministro dei Lavori Pubblici
Gabriel Niccoli, professore di Comparatistica, Waterloo University (Canada)
Roberto Santachiara, agente letterario
Giorgio Scagliotti, professore di Oncologia, Università di Torino
Angelo Stella, Accademia della Crusca
Ennio Triggiani, professore Emerito di Diritto Ue, Università di Bari
Gentili e illustri signori e amici, grazie per esservi rivolti con fiducia proprio a me che bianconero non sono e tifo, come un po’ si sa, per l’unica squadra di Serie A che non è mai andata in Serie B e che i suoi scudetti li ha tutti strameritati (e qualche volta mancati dolorosamente agli ultimi giri). Sono anche uno – chissà perché? – che nutre una profonda convinzione: chi ha più potere, ha conquistato più fama e gloria e sa suscitare passioni come le vostre – anche sui campi di calcio – deve esserne sempre all’altezza. Insomma, se fossi al vostro posto, sarei molto arrabbiato con chi regge la società e non ha saputo mantenerla non solo così spesso al di sopra delle altre in classifica, ma soprattutto al di sopra di ogni sospetto. “Così fan tutte” (forse!), non è un argomento. Detto questo, auguri sinceri alla Juventus di dimostrare l’inconsistenza delle accuse dalle quali deve difendersi.