Oggi in tutte le chiese italiane, su invito dei nostri vescovi, pregheremo insieme per le persone migranti. Tutte, ma specialmente per le innumerevoli che sono morte lungo il cammino e soprattutto nelle acque del Mediterraneo, che abbiamo lasciato trasformare – come, con dolore, ci ha ricordato un mese fa il Papa – nel «cimitero più grande d’Europa».
Pregheremo insieme, comunque la pensiamo sulle soluzioni per affrontare la tragedia delle migrazioni forzate e "irregolarizzate", cioè consegnate ai trafficanti di esseri umani. Pregheremo insieme, perché ogni straziante morte d’uomo, di donna e di bambino ci riguarda. Pregheremo insieme, per pura e semplice pietà cristiana. E per sete di bene e di giustizia. La preghiera a Dio, infatti, non è mai un alibi. Non significa passare la palla a Lui per non fare la nostra parte. Levare le mani al Cielo non vuol dire lavarsene, qui, le mani. Alzare la voce al Padre di tutti non ce la fa perdere nel dibattito pubblico. Pregare insieme, così, faccia più vera e urgente la nostra fraternità.