Gentile direttore,
credo mio dovere esprimere alcune considerazioni in margine alle notizie secondo cui l’onorevole Giorgia Meloni vorrebbe intitolare delle "Pietre d’Inciampo" alle vittime delle foibe, senza peraltro indicare dove vorrebbe posarle e comunque senza fornire dettagli sui criteri di dedica. L’intenzione, così come manifestata, significa che l’onorevole Meloni non ha capito quali sono le motivazioni che nell’ormai lontano 1992 hanno spinto Gunter Demnig ha creare le Stolpersteine, in italiano "Pietre d’Inciampo", oppure la stessa onorevole non conosce il progetto. Le "Pietre d’Inciampo" nascono per commemorare chiunque sia stato perseguitato dal regime nazista, qualunque ne sia stata la causa: quindi ebrei, sinti, rom, testimoni di Geova, omosessuali, disabili fisici o psichici, persone perseguitate per le loro idee politiche, la loro religione, per l’orientamento sessuale o il colore della pelle, lavoratori coatti, disertori, persone considerate "asociali". Le "Pietre d’Inciampo" commemorano dei singoli individui. Il nazifascismo si proponeva di distruggere le persone, trasformandole in numeri e cancellandone la memoria: la Pietra d’Inciampo vuole ridare alla persona il suo nome e riportarla dove viveva, dove svolgeva la sua vita quotidiana. Per questo motivo la Pietra d’Inciampo viene posata nel marciapiede di fronte al palazzo dove la vittima ebbe la sua ultima residenza da persona libera, ma può anche essere posata di fronte a scuole, università, luoghi di culto o luoghi di lavoro dove la persona passava la maggior parte della sua vita.
È della massima importanza ricordare come il regime nazifascista ha condotto questa persecuzione. Tutta la classe dirigente di uno Stato sovrano, quale all’epoca era il Terzo Reich, a partire dalla prima carica politica – il cancelliere Adolf Hitler – ha pianificato nei dettagli come perseguire questo obiettivo con il duplice scopo, da una parte di mantenere la purezza della razza ariana, dall’altra parte di ridurre in schiavitù e quindi sfruttare sino allo sfinimento, quanti potevano essere usati come «Stücke» per la realizzazione del Reich millenario. L’eliminazione di quanti non potevano servire alla gloria del Reich fu un’operazione scientifica da eseguirsi secondo protocolli ben pianificati. L’Italia fascista ha successivamente ritenuto di collaborare attivamente alla pianificazione nazista fornendo uomini e mezzi per la realizzazione delle direttive di annientamento di quanti non erano utili allo scopo. Credo di aver chiarito due punti troppe volte dimenticati: 1) le "Pietre d’Inciampo" sono destinate alle vittime della persecuzione nazi-fascista, a quanti furono strappati alla loro vita quotidiana per essere destinati o alla schiavitù, fino a quando utilizzabili dall’organizzazione per il loro sfruttamento, o alla eliminazione; 2) le "Pietre d’Inciampo" non sono destinate a ricordare le vittime della Shoah: questa è un’affermazione riduttiva che fa torto sia alla memoria della Shoah, sia al progetto delle "Pietre d’Inciampo".
Mi pare del tutto fuorviante proporre la commemorazione con le "Pietre d’Inciampo" per quanti subirono violenze di qualunque altro tipo e in qualunque altra epoca. Il progetto "Pietre d’Inciampo" è estremamente preciso e proprio per questo ha raggiunto le caratteristiche attuali di monumento diffuso pan-europeo: la persecuzione nazi-fascista, sia pure tenuto conto delle realtà locali, ha espresso la sua azione perversa in tutti i Paesi che nel periodo 1939-1945 sono stati occupati. A oggi sono state installate oltre 75mila Pietre d’Inciampo in 25 Paesi europei; una Soglia d’Inciampo è stata installata in Argentina.
Purtroppo è fatto storico che l’uomo ha sempre subito violenze da parte di altro uomo ed è non solo corretto, ma anche doveroso, che qualunque violenza venga commemorata e che ne venga preservata la memoria. In tutti i casi è necessaria una profonda e documentata analisi storica sulle cause, la genesi e gli effetti di ogni avvenimento, che porti a conclusioni che siano scientificamente condivise. Solo in questo modo è possibile elaborare un progetto che aiuti a ricordare e soprattutto che aiuti le nuove generazioni a capire e a mettere in campo gli opportuni anticorpi, senza ricorrere ad inutili polemiche che, se pure iniziano come polemiche verbali, rischiano di tradursi in nuovi episodi di violenza dell’uomo sull’uomo. In altre parole, ben vengano iniziative condivise a memoria di quanto accadde sul cosiddetto "confine orientale" del nostro Paese in tutto il periodo dalla fine della Prima guerra mondiale sino al Trattato di Osimo del 1975 e ben vengano proposte per ricordare le tante, troppe, persone che, senza colpa alcuna, vennero coinvolte anche a prezzo della vita, ma non coinvolgiamo le "Pietre d’Inciampo" che hanno un obiettivo ben preciso e non modificabile.