Il peccato «organizzato» diventa menzogna. Chiediamo perdono
venerdì 13 gennaio 2017

Mi chiamò, mi rincorse, mi raggiunse: « Padre, domenica sono stato a Messa da te … hai proprio ragione ». « Cos’ è che ti è rimasto impresso?» chiesi incuriosito al giovane che mi interpellava. « Hai detto: il peccato è saporito. È proprio così…». Non ricordavo di avere pronunciato quella espressione, ma era più che probabile. È talmente saporito il peccato che non poche volte acconsentiamo ad assaporarlo. Delle tentazioni che ci inseguono non bisogna avere paura, non sono peccato. Occorre però essere prudenti e lasciarle fuori casa, al freddo. Non darle troppo confidenza, non entrare in dialogo con loro. Sono insidiose, fanno la vocina dolce. Tutti, però, possiamo cedere alla tentazione e precipitare nel peccato. Che fare? Disperarsi? No, assolutamente.

Importante è rialzarsi in fretta, fare marcia indietro, chiedere perdono. Pregare, confessarsi, fare penitenza. Riparare. Rimettersi in carreggiata. Riconoscere con immensa umiltà di essere stati fragili ma anche imprudenti. Di essere piccoli ma anche sprovveduti.

Cosa del tutto diversa, invece, è volerlo, desiderarlo, inseguirlo, organizzarlo, il peccato. A danno proprio e degli altri. Inventare, mettere in piedi, sostenere una struttura di peccato. Il più delle volte questo modo di fare sfocia anche nel reato. Si pecca contro Dio, se stessi, i fratelli, ma anche contro le leggi dello Stato, che, finchè non contraddicono la nostra coscienza, siamo tutti chiamati ad osservare e rispettare. In questo caso non possiamo più parlare di un peccatore caduto, per fragilità o negligenza, in una trappola, ma di una mente lucida che il male lo desidera, lo cerca, lo predispone, lo realizza. Calpestando tutti e tutto. Quando a entrare in questo girone infernale poi è un prete la cosa si fa più triste, più angosciante, più dolorosa.

È accaduto in questi giorni a Padova. Una storia di uno sconforto immenso. Uno scandalo. Un parroco, che si è già dimesso dallo stato clericale, è stato accusato di violenza privata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, porto abusivo di armi. Si rimane sconcertati.

Possibile? Il male che si struttura. Con furbizia, malizia. L’ ormai ex don Andrea oggi chiede di essere lasciato in pace, quella stessa pace che ha provveduto a distruggere nel cuore di tanta gente. È tutto così strano in questa faccenda. Questo ex confratello entra in seminario da adulto, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza. Avrebbe potuto rimanere laico, lavorare e fare quello che meglio gli garbava, assumendosi le sue responsabilità. Perché ha chiesto di diventare prete? Quale forza lo ha spinto ? Quest’ uomo ha tradito. Se stesso, innanzitutto. Poi la sua vocazione, la sua gente, la sua Chiesa, il suo Dio. L’ inconcepibile suo modo di agire si ritorce oggi su tutti noi preti italiani. Saremo anche noi a dover scontare le sue follie. Che responsabilità! Gettare col proprio comportamento fango sulla Chiesa.

Noi preti italiani, col volto rosso dalla vergogna, chiediamo perdono alla sua parrocchia, a chi ha creduto in lui, alle persone trascinate in questa storia penosissima e surreale. Siamo addolorati oltre ogni dire. Ma che cosa può essere mai accaduto? Il cuore dell’uomo è un guazzabuglio, un abisso, un mistero. È proprio vero. E quando Dio, il solo capace di riempirlo e consolarlo, viene accantonato, trascurato, può precipitare nel buio più profondo.

Questi peccati, pensati, voluti, organizzati non possono rimanere in piedi da soli. Necessitano di essere sostenuti da apposite stampelle. Hanno bisogno della complicità della menzogna, del denaro, del cinismo, di altri uomini e donne. E si scende sempre più giù, sempre più giù. Fino a perdere il ben dell’ intelletto.

« Quando Dio non può far di noi degli umili fa di noi degli umiliati» scriveva Julien Green. Ed è così. Oggi l’ ex prete dice di essere un uomo distrutto. Ci credo. Chi avrebbe dovuto risanare i cuori addolorati si è ritrovato ad affliggerli di più. Chi doveva ravvivare la fiamma smorta l’ ha spenta del tutto. A tutti coloro che si sentono smarriti per la condotta dell’ex parroco, chiediamo perdono.

Davvero. Lo facciamo con le lacrime agli occhi e l’ angoscia nel cuore. Al Signore chiediamo la grazia che nessuno, a causa di questa storia, smarrisca la fede. « È inevitabile che avvengono scandali » disse Gesù. Ma aggiunse: « Ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo» Preghiamo. Preghiamo perché non accada più che nella Chiesa santa di Dio, giovani che non furono chiamati al sacerdozio riescano a ingannare i confratelli e i superiori e ritrovarsi a profanare i Sacramenti e il popolo che Dio si è acquistato col sangue della croce.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: