Gentile direttore,
Marcello Veneziani si chiede pubblicamente: «Può un Papa occuparsi solo di clima e di migranti? L’unico messaggio di Bergoglio è 'accogliete', ma i fedeli si smarriscono». Certi commentatori non sopportano il Papa e le sue parole, e si sa. Ma la domanda che potremmo farci è: può un Papa non occuparsi di clima e di migranti? Non sarebbe un problema grave se il Papa non ne parlasse? I silenzi nella storia pesano eccome. Penso che papa Francesco quando si occupa dei poveri migranti, dando così fastidio a qualcuno, in realtà si occupa di ciascuno di noi... Che umanità sarebbe la nostra senza questi appelli alla coscienza, all’accoglienza e alla solidarietà? Gli appelli del Papa a ben vedere sono rivolti a ciascuno di noi, per essere quello che dobbiamo essere: non una umanità smarrita ed egoista, ma una umanità vera, come ci ha indicato Gesù. Mi torna in mente anche quanto diceva il cardinal Martini, commentando una conferenza di Giuseppe Lazzati sul tema «Può un vescovo, può un cristiano, non occuparsi di politica?». Diceva Martini: «Mentre Lazzati parlava, vedevo il cammello passare per la cruna dell’ago». Papa Francesco ci parla di ciò che, anche se difficile, è quanto mai necessario per ciascuno di noi.
Alberto Paolo L.
Trovo paradossale, gentile e caro amico, che persino in tempo di Avvento ci siano opinionisti – persone che liberamente si autodefiniscono cristiane, come il collega, bella testa e nota firma, che lei cita e che io stimo – che sembrano aver dimenticato che il cristianesimo è fedeltà accogliente. E questo, sì, è smarrirsi. Papa Francesco ce lo ricorda con forza e tenerezza, aiutandoci a rammentare che la vicenda dell’Incarnazione è tutta sotto il segno dell’accoglienza, e che il limpido, anzi immacolato, modello è Maria. Lo è sin dall’inizio: dal concepimento di Gesù, grazie al 'sì' della Madre, sino alla nascita con cui l’Onnipotente si è fatto inerme in mezzo a noi, ed essendo accolto ha accolto a sua volta per primi i più poveri e marginali. E lo sarà alla fine: quando ci verrà chiesto, ce lo preannuncia il Vangelo, in chi abbiamo accolto o respinto il Dio-connoi. Quanto alle questioni ambientali, non se ne può più – posso dirlo? – di quelli che rinfacciano l’impegno del Papa, e di tanti uomini e donne di buona volontà, contro disastrosi cambiamenti climatici come se fosse una fissazione da sognatori 'malati del meteo'. Qui si tratta di beni comuni e di mali planetari, di umanità e di disumanità, di senso del limite e di arroganza distruttiva, di vita e di morte, di perdizione e di salvezza... Ma è vero: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. E il silenzio più grave e ingiusto è il non-ascolto, altra forma di non-accoglienza. Meno male, perciò, che tanti hanno buone orecchie, e testa e cuore. Speriamo siano sempre di più anche tra i potenti.