mercoledì 9 novembre 2022
Pucarà è uno dei progetti finanziati dall’Italia, con i soldi delle Bcc. È anche il nome della zona dove è sorto il caseificio
Al lavoro nella cooperativa Pucarà

Al lavoro nella cooperativa Pucarà - P.V.

COMMENTA E CONDIVIDI

Pucarà significa fortezza, in lingua quechua, l’idioma degli indios. Pucarà è uno dei progetti finanziati dall’Italia, con i soldi delle Bcc. È anche il nome della zona dove è sorto il caseificio che il Credito Cooperativo ha visitato nei giorni scorsi, nell’ambito del viaggio con cui si verifica l’esito dell’operazione. “Abbiamo chiamato la nostra cooperativa Pucarà - spiega il presidente della cooperativa Pucarà Josè Pila -. Abbiamo due organizzazioni, una che si dedica al credito agli allevatori e una per la raccolta e trasformazione del latte in yogurt, formaggio e gelati”.

Le famiglie di allevatori consegnano il latte qui: il piano di sviluppo ha tolto le famiglie dall’abbandono “perché prima non c'era un progetto pubblico per questa provincia dove ci sono molti indios e da dove sono partite molte proteste”, ha ricordato Pila.

Ora lo Stato sta investendo, anche se ancora molto meno delle ong e della cooperazione. “Obiettivo è adesso arrivare sui mercati con tutto quello che sappiamo fare”, ha detto il presidente ai delegati delle Bcc.

A Pasto Calle, che si trova nella provincia di Cotopaxi, si producono 600 litri al giorno ma si potrebbe arrivare facilmente a 2.000, se il prodotto trovasse mercato. Sono trenta le famiglie associate e tutte stanno incrementando la produttività. Il latte si compra a 43 centesimi di dollaro al litro. Quando si vendeva all’industria l’allevatore ne prendeva 39. Ogni famiglia vive con nove dollari al giorno.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI