Domenica 29 luglio, saranno cinque anni esatti da quando padre Paolo Dall'Oglio è sparito a Raqqa, in Siria. Cinque lunghissimi anni nel corso dei quali i familiari e gli amici del gesuita sequestrato non hanno perso la speranza, nonostante le numerose notizie contraddittorie sulla sua sorte.
Un’inchiesta giornalistica condotta in Siria dall’inviato del Tg1 Amedeo Ricucci, rivela ora una serie di particolari inediti. A cominciare dal nome di un emiro del Daesh, capo di una potente tribù locale e perciò lasciato in libertà dalle autorità siriane dopo la cacciata dell’esercito del califfo. Il suo nome è Abd al-Rahman al Faysal Abu Faysal. “Abbiamo appurato che fu con questo emiro, figura importante del Daesh che ha gestito i prigionieri, che padre Dall'Oglio andò a parlare il 29 luglio del 2013, nel quartier generale dell'Isis, a Raqqa", spiega Ricucci. Il reportage di Amedeo Ricucci sarà trasmesso domenica 29 luglio alle 23.30 su Raiuno.
Secondo diverse fonti locali che per la prima volta hanno mostrato il proprio volto e mostrato i luoghi e le abitazioni frequentate dal gesuita romano, padre Paolo si recò nella tana del lupo per chiedere il rilascio di un attivista siriano, oppositore del regime di Assad, ma fatto prigioniero dallo Stato Islamico. "Da quel momento - aggiunge Ricucci - padre Dall'Oglio è sparito.
Bisogna quindi agire adesso, cercando di ottenere informazioni dai testimoni diretti, in primis da questo emiro".Lo speciale "Abuna (che in arabo significa “padre”, ndr): sulle tracce di padre Dall'Oglio", raccoglie fra le altre le testimonianze di padre Federico Lombardi, già portavoce di Ratzinger e Bergoglio, che ben conosceva padre Paolo; del cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e di alcuni giovani islamici siriani molto legati ad “Abuna Paolo”.
Riccardo Cristiano, dell'associazione “Giornalisti amici di padre Dall'Oglio”, ha sottolineato nel corso dello speciale che "ciò che caratterizza Paolo - ne parlo al presente perchè è giusto così - è il suo duplice binario: un mistico con l'urgenza di fare sul piano sociale”. Le immagini, in gran parte girate in luoghi mai mostrati alla stampa, portano fin dentro alle prigioni del Daesh e lungo le aree nelle quali la protezione civile di Raqqa sta estraendo centinaia di corpi gettati dal Daesh nelle fosse comuni. “Dall’Italia - ha dichiarato il responsabile delle operazioni di ricerca - non abbiamo ricevuto alcuna richiesta riguardo l’eventuale recupero dei resti di padre Dall’Oglio”.