mercoledì 31 luglio 2024
Ismail Haniyeh aveva 62 anni, dal 2017 era un leader dell'organizzazione terroristica. La risposta: «Un atto codardo che non passerà sotto silenzio». L'Imam Khamenei: «Preparata una dura punizione»
Ismail Haniyeh

Ismail Haniyeh - ANSA

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Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas dal 2017, è stato assassinato nelle prime ore del mattino in Iran. Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno confermato la morte poche ore dopo la sua partecipazione alla cerimonia di giuramento del nuovo presidente iraniano.

Da Israele non è arrivato alcun commento immediato, ma Tel Aviv è ritenuta essere dietro l’omicidio mirato, il secondo in due giorni e in due capitali e contro obiettivi “iraniani”: a Beirut contro uno dei capi degli Hezbollah filoiraniani e a Teheran contro il leader di Hamas. Una doppia azione che mette a soqquadro l’intero Medio Oriente e mette di nuovo nel mirino l’Iran.

L'Imam Khamenei, guida spirituale e politica dell’Iran ha promesso vendetta: «L'entità criminale e terrorista sionista ha assassinato il nostro caro ospite, il martire Ismail Haniyeh, nella nostra casa, e ci ha spezzato il cuore, ma si è anche preparata una dura punizione».

Il Segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, ha dichiarato che Washington lavorerà per cercare di allentare le tensioni, ma che gli Stati Uniti aiuteranno a difendere Israele in caso di attacco. Già ieri notte diverse navi militari Usa erano state spostate in direzione delle acque libanesi.

“L'assassinio del fratello Haniyeh da parte dell'occupazione israeliana è una grave escalation che mira a spezzare la volontà di Hamas”, ha dichiarato Sami Abu Zuhri, alto funzionario di Hamas che ha rinnovato le peggiori intenzioni verso Israele: “Siamo fiduciosi della vittoria”.

Il massimo organo di sicurezza iraniano si riunirà nella mattinata per decidere la reazione agli attacchi israeliani. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha condannato l'uccisione di Haniyeh, mentre le fazioni palestinesi della Cisgiordania occupata hanno indetto uno sciopero generale e manifestazioni di massa.

Haniyeh, che normalmente risiedeva in Qatar, è stato il volto della diplomazia internazionale del gruppo palestinese dopo l'attacco guidato da Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso. Tre dei suoi figli sono stati uccisi in un’azione mirata dell’esercito israeliano a gaza, dove le operazioni sono guidate dall’imprendibile Sinwar..

L'ufficio del procuratore della Corte penale internazionale aveva richiesto un mandato di internazionale per Hanyeh (contestualmente alla richiesta anche ai leader israeliani, tra cui il premier Netanyahu) per presunti crimini di guerra.

Nominato al vertice di Hamas nel 2017, Haniyeh si è spostato tra la Turchia e la capitale del Qatar Doha, sfuggendo alle limitazioni di viaggio imposte nella Striscia di Gaza e permettendogli di agire come negoziatore nei colloqui per il cessate il fuoco e il rilascio di ostaggi.

L'assassinio di Haniyeh giunge mentre la campagna israeliana a Gaza si avvicina alla fine del suo decimo mese, senza che si intraveda la fine di un conflitto che ha scosso il Medio Oriente e minaccia di trasformarsi in una guerra regionale più ampia. Il rischio di un confronto tra Israele e Hezbollah è cresciuto in seguito all'attacco sulle alture del Golan che sabato scorso ha ucciso 12 bambini drusi, a cui è seguita ieri l’uccisione del comandante militare di Hezbollah in Libano, Fuad Shukr.


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