I resti di un'esplosione alla periferia della città di al-Bab nella provincia di Aleppo (Ansa/Ap)
L'esercito turco, dopo l’avanzata decisiva di giovedì, ha questa mattina annunciato di aver completamente conquistato al-Bab, roccaforte del Daesh nel nord della Siria, dove due attentati hanno provocato 60 vittime. «A partire dal 24 febbraio 2017, tutti i quartieri di al-Bab sono passati sotto controllo» dei ribelli siriani appoggiati dall’esercito turco, ha precisato lo Stato maggiore di Ankara.
La fuga nel sangue da Aleppo
Una fuga nel sangue dallo strategica centro della provincia di Aleppo, dopo che giovedì tre gruppi ribelli dell'opposizione moderata avevano già annunciato di aver cacciato dalla roccafortei miliziani jihadisti. Ankara, però, aveva precisato che le operazioni di bonifica proseguivano per neutralizzare gli ostacoli. L’annuncio della riconquista è giunto, infatti, poco dopo i due attentati kamikaze: una prima autobomba ha provocato almeno 42 morti nella località di Soussiane, a nordest di al-Bab. Poco dopo due soldati turchi sono stati uccisi in un attacco kamikaze all’ingresso di al Bab dove le vittime sono state in tutto 8. Secondo l’esercito di Ankara, tuttavia, era in corso un’operazione di sminamento della zona di Tadif, a sud di al Bab.In tutto fonti militari riferiscono di 60 vittime.
I primi raid iracheni in Siria
Intanto il premier iracheno Haidar al-Abadi ha annunciato che l’aviazione irachena ha effettuato i primi bombardamenti su postazioni del Califfato in Siria. Nel comunicato si precisa che i raid sono stati condotti alle prime ore del giorno contro la cittadina siriana frontaliera di Albukamal e della frazione vicina di Hussayba, vicino al confine con la regione irachena di Anbar. I raid, precisa la nota, sono una risposta alle rivendicazioni da parte del Daesh dei recenti attentati suicidi compiuti a Baghdad. Questo mentre a Ginevra sono entrati nel vivo i colloqui di pace voluti dall’Onu. L’inviato Onu, Staffan de Mistura, vuole verificare la possibilità – al momento remota – di negoziati diretti tra le delegazioni del regime di Damasco e dell’opposizione.