venerdì 26 marzo 2021
Ritrovati i corpi di due donne e due bambini, probabilmente al seguito di trafficanti. Nei giorni scorsi le temperature si erano abbassate. Riaperti per la prima volta i valichi interni alla Siria
Un campo di profughi ad Hasakè: sono oltre 13 milioni i siriani sfollati in patria o all'estero

Un campo di profughi ad Hasakè: sono oltre 13 milioni i siriani sfollati in patria o all'estero - Reuters

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I corpi senza vita di due donne e due bambini siriani sono stati ritrovati sul Monte Libano, in uno dei percorsi più battuti dal traffico di migranti. Lo hanno riferiscono i media di Beirut: i resti delle quattro persone sono state rinvenuti dalle autorità della regione di Baalbeck-Hermel, sul versante orientale del Monte Libano, nei pressi di Ainata. Nei giorni scorsi le temperature si sono abbassate e la neve è tornata a cadere ad alta quota. Non è chiaro come le due donne e i due bambini siano giunti in quella località, ma si ipotizza che facessero parte di un gruppo di migranti al seguito di trafficanti.

Il Libano, che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra sui diritti dei rifugiati, riconosce i siriani solo come "ospiti temporanei" e non garantisce ai profughi siriani e di altre nazionalità il diritto di accedere ai servizi essenziali - come protezione, sanità, educazione, sicurezza alimentare - in molte aree libanesi già carenti per la popolazione locale.In Libano dal 2011 si sono rifugiati più di un milione di siriani fuggiti dalla guerra, mentre sono oltre 13 milioni i siriani che hanno dovuto lasciare le loro case per trovare rifugio all'estero come rifugiati o all'interno del Paese come sfollati.

Nei giorni scorsi i media siriani hanno dato ampio risalto all'apertura per la prima volta dopo anni di conflitto interno, di valichi commerciali ufficiali tra le tre zone territoriali in cui è di fatto divisa la Siria: la zona governativa sotto controllo russo e iraniano, la zona nord-orientale sotto controllo misto turco, statunitense, curdo e governativo; la zona nord-occidentale sotto controllo turco. La riapertura, che facilita le comunicazioni e i commerci all'interno del Paese, sarebbe il frutto di un accordo tra Mosca e Ankara, anche se non vi è nessuna conferma ufficiale. Secondo altre fonti l'accordo coinvolgerebbe anche i valichi commerciali tra la zona governativa e quella nord-orientale e orientale in mano alle autorità curdo-siriane. La misura potrebbe servire a stemperare un poco le tensioni interne in vista delle elezioni legislative e presidenziali che si terranno tra maggio e luglio nelle aree controllate dal governo. Intanto in tutti i territori siriani la popolazione soffre però della peggiore crisi economica e finanziaria degli ultimi decenni, aggravata dalla svalutazione della lira siriana.




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