sabato 9 luglio 2022
Non accenna ad arrestarsi la piaga dei rapimenti in Nigeria. Martedì scorso è stata assaltata la casa di un pastore protestante: uccisi due suoi figli e rapita la figlia 13enne
Padre Peter Amodu, rapito il 6 luglio scorso, che è stato rilasciato ieri sera dai suoi rapitori

Padre Peter Amodu, rapito il 6 luglio scorso, che è stato rilasciato ieri sera dai suoi rapitori - Ansa / Aiuto alla Chiesa che Soffre

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Si sono risolti positivamente gli ultimi casi di sacerdoti cattolici rapiti in Nigeria, ma nel Paese africano continua senza sosta la piaga degli attacchi agli uomini di Chiesa, con uno stillicidio inarrestabile di sequestri ed anche omicidi. Ad essere stato rilasciato è l'ultimo dei preti cattolici rapito nei giorni scorsi.

È Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) a riferire su Twitter che padre Peter Amodu, sequestrato il 6 luglio scorso, è stato rilasciato ieri sera 8 luglio dai suoi rapitori. Acs, che pubblica anche il comunicato della Diocesi di Otukpo, nello Stato di Benue, centro nord della Nigeria, "ringrazia per le preghiere che hanno accompagnato padre Peter in queste ore di angoscia e continua ad invocare il ripristino della sicurezza in Nigeria".

Padre Amodu, sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo (Spiritani), era stato rapito mercoledì intorno alle 5 del pomeriggio, lungo la strada Otukpo-Ugbokolo, mentre si recava a celebrare la messa a Okwungaga-Ugbokolo.

Padre Amodu, che presta servizio presso la chiesa del Santo Spirito di Eke-Olengbeche, è solo l'ultimo dei sacerdoti vittimedi rapimenti o di tentativi di sequestro nei giorni scorsi in diverse parti della Nigeria. Tra questi c'è anche un missionario italiano. Luigi Brenna, 71 anni, missionario somasco (Chierici regolari somaschi), che a differenza da quanto riferito in precedenza dalle forze dell'ordine locali, non è stato liberato dalla polizia, ma è stato abbandonato dai rapitori che lo hanno creduto morto per le percorsse e le ferite infertegli.

Negli ultimi giorni sono stati liberati altri tre sacerdoti rapiti, ricorda l'agenzia vaticana Fides: padre Emmanuel Silas, rapito il 4 luglio, a Zambina, nello Stato nord-orientale di Kaduna; padre Peter Udo della parrocchia di San Patrizio Uromi e padre Philemon Oboh del St. Joseph Retreat Center, a Ugboha nell'area del governo locale di Esan nello Stato di Edo, nel suddella Nigeria, rapiti il 2 luglio.

Ma gli attacchi riguardano anche i religiosi di altre confessioni cristiane. Martedi notte, a Mubi, nello Stato nigeriano di Adamawa, uomini armati hanno attaccato la residenza di un pastore, il reverendo Daniel Umaru, ucciso due suoi figli e rapito la figlia di 13 anni. Il religioso, ferito, è in gravi condizioni in ospedale.

La situazione della sicurezza in Nigeria appare sempre più precaria anche alla luce del clamoroso raid di mercoledì scorso nella prigione di Kuje, nella periferia della capitale federale Abuja, che ha portato all'evasione di circa 440 detenuti. L'assalto è stato rivendicato dalla branca locale del Daesh (Islamic State in West Africa Province Iswap). Su un totale di 879 detenuti fuggiti, ha detto il servizio carcerario in una dichiarazione, 443 sono ancora in fuga. Nel blitz quattro detenuti sono morti e altri 16 rimasti feriti.

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