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Presunti membri della gang Tren de Aragua, espulsi dagli Stati Uniti, nel carcere di Tecoluca in El Salvador - Ansa
Una legge del 1798, un post choc su X e una manciata di dollari a un presidente che si è definito «il dittatore più cool del mondo». Sono gli strumenti usati dall’Amministrazione Trump per deportare nel Salvador 238 immigrati venezuelani e 23 salvadoregni accusati di essere «nemici stranieri». La legge invocata nell’ordine esecutivo firmato da Trump è l’Alien Enemies Act che consente al presidente, in caso di guerra o invasione, di arrestare e deportare i cittadini sopra i 14 anni di un Paese nemico. Poteri eccezionali che erano stati usati tre volte nella storia: nella guerra anglo-americana del 1812, nella Prima guerra mondiale e nella Seconda. La deportazione nelle carceri salvadoregne è frutto di un accordo con il presidente Nayib Bukele al prezzo di 20mila dollari l’anno per detenuto (5,22 milioni in totale): «Una tariffa bassissima per loro, ma alta per noi» ha commentato Bukele, fornendo l’identità di due detenuti che sarebbero capi della Mara Salvatrucha (o MS-13). Nulla si sa degli altri. La Cnn riferisce di una recentissima retata di quasi trecento venezuelani sospettati di far parte del Tren de Aragua, che gli Stati Uniti hanno inserito da poco nella lista dei gruppi terroristici. Gli altri espulsi sarebbero detenuti salvadoregni.
«Oggi i primi 238 membri dell’organizzazione criminale venezuelana Tren de Aragua sono arrivati nel nostro Paese», ha annunciato Bukele su X, postando un video che mostra uomini ammanettati e con catene alla caviglie spinti fuori da un aereo e caricati su autobus da agenti in tenuta antisommossa. Il video mostra poi l’arrivo nel famigerato Centro di massima sicurezza per il terrorismo (Cecot), simbolo della brutale stretta di Bukele sul crimine che ha portato in prigione l’1% della popolazione: anche in 80 per cella, per 23 ore e mezzo al giorno, in condizioni che violano i più elementari diritti umani. Nelle immagini, gli arrestati vengono tenuti in ginocchio per essere rasati e condotti in cella piegati a 90 gradi. Trump ha ripostato il video su Truth, commentando: «Questi sono i mostri mandati nel nostro Paese dal corrotto Joe Biden e dai democratici di sinistra radicale».
Today, the first 238 members of the Venezuelan criminal organization, Tren de Aragua, arrived in our country. They were immediately transferred to CECOT, the Terrorism Confinement Center, for a period of one year (renewable).
— Nayib Bukele (@nayibbukele) March 16, 2025
The United States will pay a very low fee for them,… pic.twitter.com/tfsi8cgpD6
I gruppi per i diritti civili Democracy Forward e Aclu avevano provato a fermare l’ordine esecutivo, ma la sentenza del giudice distrettuale di Washington James Boasberg – che ha accolto il ricorso di cinque venezuelani, sospendendo per 14 giorni l’attuazione – è arrivata quando gli aerei erano decollati. Troppo tardi, secondo la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt: non solo la sentenza non sarebbe stata violata, in quanto emessa quando i venezuelani erano fuori dal suolo americano, ma i giudici federali non avrebbero «nessuna giurisdizione» sulle decisioni del presidente in politica estera e sul suo potere di espellere stranieri nemici. «Ritengo e dichiaro – ha scritto Trump, citando i termini dell’Act del 1798 – che Tren de Aragua sta perpetrando, tentando e minacciando un’invasione o un’incursione predatoria contro il territorio degli Stati Uniti». E ha ordinato alla procuratrice generale Pam Bondi di scrivere a governatori e giudici per informarli della nuova politica. Bukele ha irriso la sentenza del giudice con un «Ops... troppo tardi», ripostato dal Segretario di stato Marco Rubio. Irritando non poco il Venezuela dell’auto proclamato presidente Nicolás Maduro, che ha accusato gli Usa di criminalizzare i migranti.
Già all’indomani del suo insediamento, a gennaio Trump aveva postato un’immagine choc di deportazione – nove migranti in catene spinti su un aereo – con la scritta: «Promesse fatte, promesse mantenute. I voli per le deportazioni sono iniziati».Al netto dei toni roboanti e delle immagini scioccanti con i quali Trump parla al suo elettorato, il primato dei rimpatri spetta finora all’Amministrazione Obama: secondo i dati dell’indipendente Migration Policy Institute, nel suo primo mandato furono espulsi 2,9 milioni di stranieri, nel secondo quasi 1,9. Biden si fermò a 1,49. Nel primo mandato di Trump erano stati 1,5 milioni.
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Presunti membri della gang Tren de Aragua, espulsi dagli Stati Uniti, nel carcere di Tecoluca in El Salvador - Ansa