Una trasmissione di Tv 2000 durante la maratona del 12 aprile
«La pace va oltre» l’indifferenza e le paure. «La pace va oltre» la rassegnazione e la passività. «La pace va oltre » le immagini di distruzione e di morte che dal 24 febbraio sono entrate nelle nostre abitazioni. Sorprendente, in questo periodo di forzata austerity post-covid e all’inizio di una crisi energetica come contraccolpo della crisi in Ucraina, la risposta di lettori e telespettatori di Avvenire e Tv2000, durante la maratona radio televisiva di martedì. A raccolta ancora in corso – sarà possibile donare fino a domani con Sms al numero solidale 45582 – e con un rendiconto ancora parziale degli operatori telefonici si sono già raccolti oltre 40mila euro. La campagna proseguirà sino al 31 dicembre, ma il risultato della maratona radiotelevisiva di martedì «è l’ennesima conferma del fatto che quando si parla di guerre dimenticate, di povertà, di comunità cristiane costrette ad emigrare, di Terra Santa in modo obiettivo e concreto alla realtà, la nostra gente nonostante le difficoltà del post-pandemia e la grande copertura mediatica che in questo momento ha la guerra in Ucraina, risponde non solo dal punto di vista economico, ma anche dimostrando interesse e voglia di documentarsi», commenta Paolo Beccegato. «Una riprova – aggiunge il vice-direttore di Caritas Italiana, responsabile dell’area internazionale – che l’alleanza tra buona informazione e solidarietà concreta può dare buoni risultati». Le maratone radio-tv, nell’attività dell’area internazionale di Caritas Italiana, sono uno strumento con un duplice effetto positivo: «Servono a unire lo straordinario all’ordinario. Noi siamo sempre attenti e solidali con queste parti di mondo, ma ogni tanto una attività straordinaria serve a sollevare il livello dell’attenzione. Il secondo effetto è il lavorare insieme: noi di Caritas con Focsiv, e soprattutto con le Chiese locali, con le congregazioni, con i movimenti che sono attivi sui diversi luoghi di crisi. Riuscire a unire ordinario e straordinario, e riuscire a lavorare insieme sono una dimostrazione dell’efficacia di questi strumenti», conclude Paolo Beccegato. Un “lavorare insieme” che grazie alla campagna «La pace va oltre» consentirà in Palestina a Fundacion Promocion Social (Focsiv) di dare impulso al lavoro che, a partire dal lontano 1994, viene svolto dalla Ong di origine spagnola. L’obiettivo è di finanziare – con un budget di circa 5mila euro – 7 borse di studio per la durata di 10 mesi a favore di giovani donne laureate palestinesi. «Le donne – spiega Mayte Illan, responsabile della missione di Fps in Palestina – hanno avuto il più pesante impatto durante la pandemia». Infatti se fra i giovani dai 20 ai 29 anni la disoccupazione è del 40%, quella femminile sale a 65% e questo nonostante più del 60% dei giovani laureati nei Territori palestinesi sia donna. «Una società patriarcale e la sottorappresentazione femminile nei modelli decisionali porta le donne ad essere emarginate. Senza contare che durante la pandemia le violenze domestiche si sono moltiplicate ». Da qui la sfida, dopo un accordo con l’università di Betlemme: «Avviare 7 giovani donne laureate a un corso di formazione con cui potranno diventare dirigenti e formatrici in cooperative agricole femminile dell’area di Jenin». Un modello virtuoso: «La cooperativa, oltre che luogo di formazione, diventa luogo di socializzazione e crea reti di aiuto molto importanti». Una Pasqua al femminile, con un vero effetto moltiplicatore.