Distribuzione di cibo ai profughi sudanesi fuggiti in Ciad - Reuters
Continua la disperata fuga dei civili per salvarsi dalle conseguenze della crisi in Sudan. A quasi un mese dall’inizio degli scontri, sono aumentati radicalmente i profughi mentre i negoziati vengono giudicati «fasulli» da molti osservatori. «Il numero di sfollati interni è raddoppiato nell'ultima settimana», ha riferito a Ginevra il portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Paul Dillon.
«Il totale degli sfollati dal 15 aprile 2023 è salito ad oltre 700mila. Secondo gli ultimi dati dell'Oim – ha precisato Dillon –, gli sfollati erano circa 340mila martedì scorso». Dall’inizio delle violenze il 15 aprile – afferma l’Oms – già 604 persone sono morte e 5.127 ferite . Le scorte di cibo sono state saccheggiate e gran parte degli operatori umanitari locali e internazionali se ne sono andati.
«Stiamo cercando altri 445 milioni di dollari per far fronte a un previsto esodo di 860mila persone entro ottobre – ha dichiarato ieri l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) –. La gente scappa verso Ciad, Egitto, Etiopia, Eritrea, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana».
Intanto sono in corso a Gedda, in Arabia Saudita i negoziati promossi dagli Stati Uniti. Gli analisti della regione hanno giudicato «una farsa» tale processo che non sta riuscendo neanche a unire intorno a un tavolo i rappresentanti del presidente, Abdel Fattah al-Burhan, e del rivale, Mohamed Hamdan Dagalo», leader delle Forze paramilitari di supporto rapido (Fsr).
«Inutile continuare a dialogare mentre i combattimenti stanno andando avanti – ha commentato ieri al-Burhan –. Non ci sarà comunicazione tra le parti fino a quando non verrà rispettata una tregua».
Numerose tregue, infatti, sono state violare pochi minuti dopo la loro proclamazione. Entrambi i belligeranti hanno abbastanza forza militare per aggravare un conflitto civile che, secondo gli Usa, «si protrarrà per anni».