La parata militare del 15 aprile a Pyongyang (Ansa)
L’obiettivo è neutralizzare “il programma nucleare e quello missilistico di Pyongyang”. La guerra delle parole tra Stati Uniti e Corea del Nord entra in una nuova, e sempre più inquietante, fase. Dopo l’invio dell’armada nelle acque coreane, dopo il presunto complotto (denunciato dalla Corea del Nord e ordito, sempre secondo Pyongyang, proprio dalla Cia) per uccidere Kim Jong-un, ora spunta anche il "Korea Mission Center". Trattasi di una task force speciale formata da uomini dell’intelligence americana. Per il numero uno della Cia, Mike Pompeo, l’unità avrà il compito di combattere in maniera più efficace la minaccia rappresentata dal regime di Kim Jong-un. A capo della struttura un veterano degli 007, di cui non è stato rivelato il nome.
La politica del sorriso
La diplomazia, intanto, non si ferma. Anzi, accelera. L’elezione del “negoziatore” (come lo ha definito il Time) Moon Jae-in – che ha il compito di guidare la dodicesima economia del mondo - sembra aver impresso una spinta al lavorio politico. Moon ha sentito sia il residente americano Donald Trump che quello cinese Xi Jinping. Al primo ha riaffermato la volontà di collaborare pienamente con Washington, con il secondo ha concordato sul fatto che la denuclearizzazione della Corea del Nord rappresenta "un obiettivo comune" ai due Paesi. Resta il nodo del Thaad, lo scudo anti missilistico che Washington sta impiantando in territorio sudcoreano, che Pechino vede come una minaccia all’equilibrio regionale e verso il quale, lo stesso Moon, aveva espresso, in campagna elettorale, forti perplessità. Il contatto tra i due presidente sembra rasserenare le relazioni tra Pechino e Suel, dopo il gelo degli ultimi mesi. Eppure, sembrava che si fosse arrivati a una svolta. In occasione dei "festeggiamenti" per il 70esimo anniversario della vittoria della Cina «contro l'aggressione giapponese», l'allora presidente Park partecipò a una sfilata militare in piazza Tienanmen. Era il 3 settembre 2015: Park fu l'unico leader di un Paese alleato degli Stati Uniti a essere presente. Si parlò allora «di luna di miele». Ma dell'idillio, a distanza di due anni, non c'è più traccia o quasi. A rovinare tutto proprio il Thaad. Eppure oggi le economie di Seul e Pechino hanno bisogno una dell'altra. L'interscambio tra i due Paesi ammonta a 300 miliardi di dollari, la Cina è il principale partner commerciale della Corea, i turisti cinesi rappresentano la metà dei visitatori stranieri che ogni anno sbarcano nella Corea del Sud (più di otto milioni di persone lo scorso anno). Un rapporto a due direzioni. La Corea del Sud è oggi il quarto partner commerciale della Cina.