martedì 2 aprile 2024
Ha dell’inquietante la nuova fase della guerra in Ucraina. L’aviazione russa sta colpendo duro, le difese ucraine sono in sofferenza
Una donna pulisce i detriti di una finestra nel suo appartamento vicino al sito di un edificio danneggiato dopo un attacco missilistico a Kiev

Una donna pulisce i detriti di una finestra nel suo appartamento vicino al sito di un edificio danneggiato dopo un attacco missilistico a Kiev - Ansa

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Ha dell’inquietante la nuova fase della guerra in Ucraina. L’aviazione russa sta colpendo duro, come provano i raid dei giorni scorsi su Kiev e sulla rete energetica nemica. Le difese ucraine sono in sofferenza: mancano di intercettori, consumati a ritmi superiori a forniture in calo, e molti radar di scoperta sono andati distrutti, rendendo lo scenario meno intelligibile. Racconta la rivista Defense Internationale che, fino all’anno scorso, la maggioranza dei missili russi transitava dai settori di Kherson e di Mykolaiv.

Oggi la storia è cambiata. Sapendo che i sensori occidentali tengono d’occhio le basi di partenza dei bombardieri, il comando russo fa decollare regolarmente più velivoli del necessario, per ingannare il nemico sulla consistenza degli assalti e sugli assi di penetrazione. È capitato di recente che alcuni vettori siano passati dallo spazio aereo moldavo e abbiano sconfinato perfino in Polonia, forse per aggirare la difesa aerea ucraina. I raid sono più complessi, consistenti e ravvicinati. Seguono corridoi meno prevedibili; attaccano da più direzioni, con armi diverse, a lancio terrestre, aereo e navale, sparate dal Nord, dal Caspio, dal Mare d’Azov e dall’entroterra russo.

I missili meno “pregiati” e i droni servono spesso da esche. Altri hanno inganni incorporati. Pur essendo sistematicamente abbattuti, i sistemi più scadenti aprono varchi e, peggio, consumano le difese nemiche, sempre più esigue e sotto pressione anche al fronte, perché i jet di Mosca hanno introdotto nuove categorie di bombe plananti, inesistenti all’inizio del conflitto. Le bombe affiancano i missili, che sono meno abbondanti. Costano poco e “logorano” la contraerea ucraina. Secondo l’Istituto di studi strategici internazionali, l’insieme si è rivelato micidiale nella battaglia di Adviivka, perché ha permesso a Mosca di colpire massicciamente, a distanza di 40 chilometri dai radar e dai sistemi di contrasto nemici.

Pure i tempi delle azioni si sono ridotti, per ridurre il rischio di abbattimenti. Se l’Ucraina esaurisse le difese aeree, si troverà nei guai, perché l’aviazione nemica, pur indebolita, avrebbe campo libero nell’appoggiare le offensive terrestri. Ecco perché il governo di Kiev è “impaziente” di ricevere i cacciabombardieri occidentali promessi e intercettori antimissile in abbondanza. Per l’ex ufficiale delle forze armate svedesi, Mikael Valtersson, c’è del nuovo e del preoccupante: i russi miravano in passato alla rete di distribuzione dell’energia ucraina, causando danni riparabili in breve tempo. Oggi puntano invece alle centrali produttive, come successo fra il 22 e il 28 marzo scorsi a Kamienske, Khremenchuk, Kaniv, Zaporizhia, Kharkiv e Odessa. Le nuove tattiche hanno tre peculiarità: sono spietate e ciniche. Sebbene le campagne missilistiche non abbiano mai provocato sollevazioni popolari contro i governi sotto attacco, la Russia potrebbe puntare a indebolire la forza difensiva dell’esercito nemico, perché i militari dipendono dall’energia per molte delle loro attività.

E i dati non sono incoraggianti perché, negli ultimi mesi, Mosca ha aumentato la produzione missilistica, continuando a innovare. A novembre scorso, il vicecomandante dell’intelligence militare ucraina, Vadym Skibitskyi, disse che il nemico aveva in pancia un arsenale di 870 vettori di precisione di vario tipo. Ad agosto, gli stessi missili erano poco più di 500. Le componenti per fabbricarli sembrano non scarseggiare, come raccontano le inchieste di Avvenire sulla scarsa efficacia delle sanzioni occidentali.

A settembre, ci si è messo pure Sergeij Kobylash, comandante dell’Aviazione strategica russa, che ha annunciato l’arrivo dei primi vettori utili a raddoppiare il raggio d’azione dei modelli soppiantati. Armi che sono intese soprattutto in funzione anti-Nato, non impiegate ancora in Ucraina. Fino a quando? Un collaudo operativo nella guerra in corso è stimato probabile anche dall’esperto di armamenti russi Maurizio Sparacino. Mosca minaccia, ma è pure maestra nell’ingannare sull’efficienza delle nuove armi, presentate come «fantasmagoriche» e rivelatesi talvolta meno avveniristiche di quanto spacciato.

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