
Ansa
Novanta minuti, tanto quanto una partita di calcio. Questa è la durata delle lezioni di “Terzo Tempo”, il progetto di formazione e orientamento ideato dalla Corporate Academy Bosch TEC e da Lega Pro, in collaborazione con ManpowerGroup Talent Solutions, LabLaw e l’Università San Raffaele Roma, Ateneo digitale del Gruppo Multiversity, dedicato ai calciatori della Serie C italiana. L’obiettivo del progetto è formare i calciatori su competenze tecniche e trasversali che agevolino il loro precorso al termine della carriera sportiva per aiutarli a orientarsi nel mondo del lavoro. La Lega Pro è presente con i suoi 60 club in 19 regioni italiane con quasi 1500 i giocatori professionisti tesserati, e oltre dodicimila calciatori dei settori giovanili.

La prima edizione del progetto ha visto il coinvolgimento di oltre 300 calciatori impegnati in un percorso formativo volto ad acquisire le competenze necessarie per diventare tecnico delle vendite. Quest’anno, invece, per essere ancora più vicina alle esigenze degli atleti e favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro, la nuova edizione di Terzo Tempo offre un programma di formazione trasversale composto da 6 lezioni monotematiche. Il progetto è stato avviato lo scorso 15 gennaio e si chiuderà ad aprile. La prima lezione, ospitata dalla Pro Patria, club di Busto Arsizio, è stata dedicata a personal branding, creazione del curriculum vitae, colloqui e utilizzo di social media. La seconda lezione, invece, è stata ospitata dalla squadra del Messina ed è stata l’occasione per acquisire nozioni specifiche legate al mondo del lavoro, come le diverse tipologie di contratto, la differenza tra lavoratore autonomo e subordinato e la Partita Iva.
Può sembrare strano che un giocatore di Lega Pro, che è a tutti gli effetti un professionista – e che quindi può contare su guadagni decisamente più alti (tra i 40 e i 60mila euro l’anno) rispetto a quelli della media italiana - abbia necessità di essere aiutato a fine carriera. La logica induce a pensare che, una volta appese le scarpe da calcio al chiodo, possa trovare abbastanza agevolmente un’occupazione legata al mondo del pallone. Un’indagine dell’Associazione Calciatori realizzata da Studio Ghiretti qualche anno fa, ha rivelato invece che il 61,4% degli ex calciatori professionisti non opera a nessun livello nel mondo del calcio, nonostante tre quarti degli atleti in questione abbia acquisito un titolo di abilitazione per farlo (di questi, ben il 97,5% quello di allenatore). Ancora: solo il 10% degli ex calciatori professionisti ha lavorato in maniera continuativa nelle ultime stagioni nel calcio professionistico. Si tratta di un dato che fa a pugni con la volontà dei calciatori professionisti: addirittura il 75,8% di loro pensa di restare in qualche modo nel mondo del pallone e più della metà di questi ultimi non ha pensato ad un’alternativa nel caso non ci riuscisse.
L’impatto con la realtà risulta quindi abbastanza traumatico per molti di loro, considerando soprattutto che un calciatore, anche in Serie C dove la carriera può essere mediamente più lunga, difficilmente riesce ad ottenere un contratto per continuare a giocare oltre i 35-38 anni d’età. Davide Ferri, giovane centrocampista della Pro Patria, è uno dei giocatori che ha preso parte ai corsi. Costringersi a pensare come sarà la propria vita a fine carriera quando si ha appena 22 anni sembra innaturale, ma in realtà non lo è affatto: « Infatti è la domanda che ci facciamo in molti - spiega Davide - , soprattutto alla luce del fatto che non giochiamo in Serie A dove notorietà, guadagni e prospettive sono molto diverse dalle nostre in Lega Pro. C’è chi come me insieme al pallone continua a studiare e considera l’Università una base per costruirsi un domani lontano dal campo, ma c’è anche chi non ha scelto questa opportunità e ha idee molto confuse sul proprio futuro». Davide Ferri ha apprezzato soprattutto il corso di personal branding: « Anche solo imparare come si costruisce un curriculum vitae e come costruire la propria immagine per affacciarsi nel mondo del lavoro è stata un’esperienza interessante».
I prossimi incontri, che si svolgeranno rispettivamente presso i club di Padova, Sorrento, Ascoli e Pescara, saranno invece basati su sviluppo delle soft skill (cioè le competenze legate all’intelligenza emotiva e alle abilità naturali personali); comunicazione e public speaking; organizzazione aziendale; orientamento al mercato del lavoro. Grazie alla collaborazione con l’Università San Raffaele Roma, i calciatori possono seguire le lezioni online sulla piattaforma didattica dell’Ateneo. Questa novità permette una fruizione agevolata dei contenuti, accessibili in qualsiasi momento, adattandosi così ai diversi impegni personali. «Con Terzo Tempo abbiamo offerto un servizio ancora più efficace ai calciatori, consentendo loro di acquisire nozioni fondamentali per affacciarsi al mondo del lavoro attraverso un ulteriore strumento per la propria crescita personale e professionale, fuori dal campo. Il tema della formazione è da sempre centrale per Bosch e questo progetto rappresenta un tassello importante del nostro impegno», ha spiegato Francesco Basile, direttore della Bosch TEC Corporate Academy.