L'operatrice turistica Lorena Cianniello, tra i lavoratori autonomi aiutati dal programma di Fastweb - Fastweb
L’estate prima della pandemia Davide Franzoso aveva appena apportato alcune migliorie al Cantuccio di Rho, il suo ristorante alle porte di Milano, e fino a febbraio 2020 le cose andavano così bene che era riuscito a rientrare subito dall’investimento. L’arrivo del lockdown ha cambiato tutto: affitto, bollette, spese vive da affrontare e la gestione dei dipendenti.
«La cassa integrazione spesso si inceppava, dovevamo cercare di distribuire al meglio le risorse a nostra disposizione per garantire al personale la sopravvivenza, ma con gli introiti azzerati non era possibile compensare tutto – racconta Davide –. Poi con l’inverno e il secondo lockdown le cose sono precipitate, innescando un circolo vizioso che non si è arrestato neppure "investendo" sui menu d’asporto». Yasmine Bale, da ormai quattro anni dipendente Fastweb dove si occupa di relazioni istituzionali, prima di entrare in azienda per diversi anni nei fine settimana serviva proprio ai tavoli del Cantuccio, a due passi da casa sua. Così si è ricordata di Davide e delle sue difficoltà non appena la sua azienda ha chiesto di segnalare una realtà in affanno da aiutare.
Stessa storia per Lorena Cianniello, piccola imprenditrice di Napoli, che ha deciso di investire i suoi risparmi per aprire un’agenzia di viaggio che ha rischiato di chiudere per sempre già dopo la prima ondata: fra i suoi clienti più affezionati c’era un altro dipendente Fastweb. Anche Nozomi Travel, l’agenzia viaggi di Rita Natale, a Bari, ha subìto un duro colpo, ma un cliente-conoscente si è trasformato in un’ancora di salvezza.
Per loro e per altri imprenditori in difficoltà in tutta Italia, in attesa che arrivassero a rilento gli aiuti di Stato per chi ne aveva diritto, è bastato un piccolo gesto a cambiare le cose, evitare la chiusura o provare a tirare un respiro. Ristoratori, commercianti, gestori di palestre e agenzie di viaggio: in circa 200 hanno ricevuto un dono inaspettato, 5mila euro sul proprio conto corrente per tappare i buchi di un’emergenza difficile.
L’iniziativa è dell’azienda di telecomunicazioni Fastweb che ha deciso di creare un fondo da destinare a piccoli aiuti di prossimità per imprenditori colpiti dalla pandemia. Grazie alla partecipazione volontaria del 90% dei dipendenti su un totale di 2.700 persone, sono stati raccolti in poche settimane più di 320mila euro, attraverso la cessione delle "Christmas Card" aziendali (i voucher da 100 euro erogati dall’azienda come premio natalizio) e la donazione di 11mila ore di lavoro. Cifra che, unita a quella messa a disposizione dell’azienda, è confluita in un Fondo da 1 milione.
«Abbiamo coinvolto attivamente i nostri dipendenti: oltre alla loro donazione su base volontaria a ognuno di essi è stato chiesto di segnalare in giro per l’Italia un’attività imprenditoriale in difficoltà che conoscessero personalmente. Questo ci ha permesso di velocizzare i tempi di verifica dei requisiti ed erogazione e ha dato un tocco umano all’iniziativa con una 'solidarietà a km zero'», dice Anna Lo Iacono, Senior Manager of Sustainability di Fastweb, spiegando come l’azienda in questo modo sia riuscita a soddisfare praticamente tutte le segnalazioni arrivate che rispondessero ai criteri fissati, ossia la soglia di fatturato e il calo del 30% rispetto al periodo pre-Covid.
A gestire l’iniziativa è stata Cesvi, la fondazione umanitaria bergamasca che aveva già portato avanti nei mesi precedenti un progetto di solidarietà a sostegno delle micro imprese della città di Bergamo colpite dagli effetti della pandemia insieme al Comune e a Banca Intesa. «Ci siamo resi conto che questo tipo di intervento ha un valore importante soprattutto per il messaggio di vicinanza che trasmette, al di là del concreto aiuto economico che, certo, resta fondamentale soprattutto perché tempestivo», spiega Paolo Caroli, a capo del team del Cesvi che si occupa di aiuti di prossimità.
Il ristoratore Davide Franzoso con il suo "sponsor" di Fastweb, Yasmine Bale - Fastweb
Con la mediazione di Cesvi che si è occupata di gestire il meccanismo di valutazione – grazie anche alla costituzione di un comitato tecnico indipendente – e di erogare i fondi, i tempi sono stati velocissimi: dalla segnalazione da parte dei dipendenti alla donazione dei 5mila euro sono passate non più di un paio di settimane. Secondo Caroli iniziative di questo tipo sono fondamentali «perché davanti a un’emergenza non prevedibile come quella pandemica, servono sistemi di risposta nuovi, più immediati e veloci per arrivare dove il welfare tradizionale non riesce».
Ne è convinta anche Ivana Pais, professoressa di Sociologia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membro del comitato tecnico creato da Fastweb e Cesvi, secondo cui il progetto ha sperimentato in modo originale ed efficace l’ibridazione di logiche diverse: «Da una parte ha permesso ai dipendenti di scegliere il progetto da finanziare, come nel crowdfunding, dall’altra ha valorizzato la dimensione relazionale del commercio di prossimità».
Per i commercianti è stato provvidenziale. «Con il contributo ricevuto siamo riusciti a pagare mensilità di affitto e bollette in mesi in cui il fatturato era pari a zero», racconta Rita Natale, proprietari di Nozomi Travel, l’agenzia di viaggi di Bari. Anche per il ristorante di Rho il contributo ha permesso di saldare parecchi conti ed integrare significativamente il supporto economico per i dipendenti in cassa integrazione. «Sono persino riuscito a pagare i miei fornitori in arretrato e le piccole ma necessarie spese di gestione – racconta Davide –. In quel periodo ero molto ansioso per le prospettive future e ricevere questo contributo è stato come quando un dente dolorante smette di farti male concedendoti di dormire». © RIPRODUZIONE RISERVATA