martedì 2 febbraio 2021
Il convegno su “La generatività e la spinta all’auto-imprenditorialità dei giovani” ha affrontato il tema dell'occupazione giovanile dal nepotismo alle start-up
Un patto generazionale per valorizzare il capitale umano
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La sezione milanese dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti in occasione del primo interessante convegno dal titolo “La generatività e la spinta all’auto-imprenditorialità dei giovani”, ha presentato in anteprima nazionale la “Networking Room”. L’iniziativa va nella direzione di simulare ciò che era il networking durante i convegni organizzati dal vivo, ovvero quando si arrivava prima dell’inizio per parlare con gli illustri relatori o ci si fermava alla fine per scambiarsi i biglietti da visita con lo scopo di tessere relazioni sociali. Con la creazione di stanze virtuali in Zoom, una per ogni relatore, c’è la possibilità da parte dei soci UCID di prenotarsi per fare domande e conversare in modo esclusivo e riservato ricreando la tanto cercata situazione fisica del networking. La Tavola Rotonda moderata dalla giornalista Valeria Ciardiello inizia con il Presidente Stefano Devecchi Bellini che dopo aver portato i saluti introduttivi, sottolinea l’importanza della nuova iniziativa del Networking Room per migliorare sempre più l’offerta riservata ai soci della sezione di Milano. Introducendo il tema dei giovani si è soffermato sul creare valore e trovare il modo piu’ opportuno per motivarli dovendo a tutti i costi voler ricostruire il cosiddetto “patto generazionale” e per fare ciò è necessario mettere al centro prima di tutto la persona.

Stefano Tomelleri, Professore di Sociologia dell'Università di Bergamo presso il Dipartimento di Scienze umane e sociali sostiene che il patto generazionale si è incrinato. Infatti, grazie ad alcuni dati si può capire come l’Italia sia un Paese relativamente vecchio: l’età media è di 45 anni, la popolazione over 65 è di 13.869.00 milioni di persone, purtroppo nel 2020 molte vittime a causa del Covid-19 hanno toccato questa generazione.La situazione della Pandemia ha quindi condizionato anche i dati sulla natalità e sulla mortalità. Uno degli elementi di riflessione sociologica più importante ci mostra come il terzo figlio in Italia impoverisca il ceto medio. Questa situazione crea una distorsione generazionale, troviamo gli anziani che sovrastano i giovani. In totale i giovani sono 8 milioni della popolazione totale e il 25% di essi è disoccupato. Ci troviamo di fronte a un duplice problema, non solo i giovani sono pochi, ma sono anche poco valorizzati.

E’ importante sviluppare capitale umano e per far sì che ciò accada è fondamentale investire sui giovani. Essi vedono il futuro come un’opportunità e non come una minaccia e hanno l’energia che il mercato competitivo oggi necessita. Bisogna riscoprire l’importanza dei valori umanistici e sviluppare le “skills del sapersi rialzare e della disciplina” per creare poi un legame unico con l’impresa. L’impresa deve ora più che mai aprirsi ai valori umani e abbandonare i tecnicismi. Alfredo De Massis, Professore di imprenditorialità e family business oltre che Presidente di Generation Warriors, afferma che l’azienda deve essere considerata come luogo in cui può avvenire un passaggio generazionale in modo fruttuoso. È importante l’unione tra la generazione senior e quella junior per una duplice motivazione ovvero quella per la generazione senior di mantenere la tradizione mentre quella junior per apportare nuove prospettive.Per un passaggio generazionale ben riuscito occorrono quindi entrambe le generazioni. Vi sono imprese ancorate al passato ma che sono state capaci di utilizzare la tradizione come ricchezza fondamentale per avere successo. Il 92% dei casi di passaggi generazionali in Italia avviene per cause naturali e quindi non è una cosa positiva. Uno dei più grossi problemi in questo ambito è quello legato al nipotismo. L’Ing. Pietro Sella, CEO Sella, ricollegandosi al discorso precedente di De Massis afferma che i giovani hanno diverse prospettive e solo loro possono prendere delle decisioni giuste perché hanno un altro modo di vedere e interpretare il presente. Il punto di vista di chi ha 18, 20, 22 anni è completamente diverso rispetto al punto di vista di una persona di 53. Sbagliare è importante e in quest’ottica è essenziale introdurre la figura delle start-up. Le start-up educano all’imprenditorialità perché con esse si può toccare con mano cosa ciò che avviene ad un’impresa quotidianamente con piccole condizioni di rischio ed è per questo che permettono al singolo la possibilità di crescere molto. Enrico Falck, Presidente di Falck Renewable e della Fondazione Sodalitas, afferma che il cambio generazione è una variabile necessaria e fondamentale che deve essere compiuta in tempi abbastanza rapidi. Aggiunge inoltre che vi possono essere persone già formate che arrivano al top delle loro carriere, ma a causa di stress e competizione esterna bruciano velocemente il loro potenziale per cercare sempre di stare al passo.In Italia vi sono aziende piccole perché vi sono alte forme di protezione che ostacolo il passaggio generazionale e si creano così delle disfunzioni. Egli crede fermamente che il rapporto generazionale debba partire dalle generazioni più anziane. La formazione dovrebbe essere più “appetibile” perché vi sono giovani che si formano, ma non trovando uno sbocco professionale e così facendo perdono tutta la loro motivazione.

*presidente Ucid Milano

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