mercoledì 19 gennaio 2022
Nuova forte presa di posizione dell'ad del Gruppo, molto cauto sulle prospettive industriali per l'Italia. I sindacati: serve un piano, il governo intervenga
Carlos Tavares, ad di Stellantis

Carlos Tavares, ad di Stellantis - Ansa

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Che Carlos Tavares fosse molto scettico sulla svolta verso l'automobile elettrica, soprattutto per i tempi e i modi con cui è stata avviata, si sapeva. Ora però l'amministratore delegato di Stellantis prende nuovamente posizione con toni molto netti, sottolineando che "l’elettrificazione è una scelta politica che spinge al rialzo i prezzi delle automobili e, di conseguenza, rischia di tagliare fuori il ceto medio dall’acquisto di nuovi veicoli". Il numero uno del Gruppo, in occasione del primo anniversario della fusione tra Fiat-Chrysler e Psa, in un’intervista al Corriere della Sera e ad altri quotidiani europei (Les Echos, Handelsblatt, El Mundo), lancia un preciso allarme: "Non va perso di vista il fatto che ci saranno conseguenze sociali e rischiamo di perdere la classe media, la quale non potrà più comprare auto", afferma Tavares, ricordando come le nuove tecnologie elettriche siano più costose del 50% rispetto ai motori termici.

La Commissione Ue ha un approccio ragionevole alla transizione energetica o vuole mettere fine ai veicoli a combustione troppo presto? Nel 2030, Peugeot, Opel, Fiat venderanno solo auto elettriche: non era meglio un obiettivo sulla CO2 che rispettasse il principio della neutralità tecnologica? "Rispettiamo le leggi", risponde il manager, "ma l'elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici, non dall'industria. C'erano modi più economici e veloci di ridurre le emissioni. La nostra battaglia - prosegue Tavares - ora è volta a limitare l'impatto dei costi supplementari del 50% dell'auto elettrica. Significa avere in 5 anni aumenti di produttività del 10% medio all'anno, mentre l'industria automobilistica in Europa raggiunge di norma tra il 2% e il 3%. Vedremo tra qualche anno quali produttori saranno sopravvissuti e quali no. Tra 10 o 15 anni conosceremo anche i risultati reali dell'elettrificazione nella riduzione delle emissioni. Per dirla semplice, non guardare l'intero ciclo di vita delle auto
elettriche è riduttivo"

Quanto ai risultati ottenuti da Stellantis, l'amministratore delegato del Gruppo, si dice "molto soddisfatto, soprattutto nel contesto del 2021, un anno complicato per la crisi dei semiconduttori, l'inflazione delle materie prime e la crisi del Covid. Abbiamo creato una nuova organizzazione e una nuova governance in un'azienda che ora è molto più grande; ci siamo riusciti in un lasso di tempo molto breve con i risultati notevoli che conoscete per la prima metà dell'anno". E sul perché puntare sul valore delle auto più che sui volumi, a costo di prezzi più alti, l'ad sottolinea: "È una forma di rispetto per il lavoro dei nostri dipendenti. Nel 2013-2014, analizzando cosa dovevamo fare per trasformare Psa, capimmo che non era normale vendere i nostri prodotti a un prezzo più basso della concorrenza. Svenderli non andava bene. Le auto di qualità meritano di essere vendute al prezzo di mercato. Da allora abbiamo fatto progressi spettacolari nella qualità, ora siamo alla pari con i migliori del mondo. La crescita delle vendite è il risultato di questa strategia".

Riguardo alle prospettive industriali in Italia, Tavares è piuttosto cauto: "Il futuro dei nostri siti - afferma - dipenderà anche dai vincoli politici sulla decarbonizzazione in Europa e dalle sue conseguenze. Un anno fa dissi che in Italia il costo di produzione di un'auto era significativamente più alto, a volte il doppio e questo ha a che fare con l'organizzazione della produzione, che va migliorata. Un problema particolare che la riguarda è il prezzo fuori misura dell'energia. Abbiamo avuto una discussione estremamente virulenta con i fornitori di energia su questo punto. Rispetto ad altri Paesi in cui siamo, salta all'occhio». Ma i problemi dei costi si stanno risolvendo? "Ci vuole tempo, ne riparleremo a fine 2022. Qualsiasi approccio brutale sarebbe
stato inopportuno, bisogna prima analizzare e capire", afferma Tavares che oggi è in visita alla fabbrica di Termoli (Campobasso), dove si producono motori e cambi ed è prevista la nascita di una Gigafctory di batterie per l'auto elettrica. Tavares, come ha già fatto in occasione delle altre visite negli stabilimenti italiani, incontrerà i delegati sindacali.

A questo proposito te, Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom Piemonte, rileva che le parole di Tavares sono un chiaro segnale rivolto all'Italia: "Il governo e gli enti locali, in attesa dell'elezione del presidente della Repubblica, si occupino del futuro industriale dell'auto che resta una delle risorse per Paese. Stellantis è in pressing sul governo - osserva Airaudo - per gli incentivi alle auto elettriche e ibride. Non è possibile confrontarsi con una multinazionale, uno dei cinque produttori di auto più importanti al mondo, limitandosi a raccogliere le sua richieste senza un piano nazionale per l'auto che preveda sostegno al settore, anche per i componentisti su cui vengono scaricati risparmi e costi e rischiano di pagare il prezzo più alto. Serve un piano che concordi gli investimenti in Italia per tutti i siti. Non possiamo sapere dai giornali che l'accordo per la Gigafactory di Termoli non è completato, la domanda è cosa faccia il ministro della Transizione ecologica". Airaudo insiste: "di fronte all'evocazione ripetuta del rischio di problemi sociali è necessario che il governo adotti, a fianco del piano, ammortizzatori sociali utili a riconvertire competenze e professionali dal termico all'elettrico, a impedire i licenziamenti. Non possiamo restare appesi a decisioni unilaterali che saranno annunciate a fine anno, non permetteremo che il conto lo paghino i lavoratori".

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