L’autunno delle vertenze riparte da Telecom. Sono 150 i tavoli di trattativa aperti con i sindacati, per un totale di 110mila lavoratori coinvolti. Archiviate le vicende di Whirlpool, Firema e Om Carrelli, ieri al Ministero dello Sviluppo economico si è tenuto un incontro – presenti Cisl, Uil e Ugl, assente la Cgil – per scongiurare i 3mila esuberi della principale azienda di telecomunicazioni. Che ha partorito un accodo quadro 'separato'. Non ci sarà nessun licenziamento e non ci sarà nemmeno la societarizzazione delle attività di call center. Le tensioni occupazionali saranno affrontate infatti con i contratti di solidarietà difensiva e poi con quella espansiva, che consentirà di assumere i giovani. Per il ministro Federica Guidi si tratta di un «traguardo significativo che non sacrifica posti di lavoro». «Ci sono le condizioni per firmare un accordo quadro, abbiamo la necessità di mettere in sicurezza i lavoratori – spiegava prima della firma il segretario generale della Fistel Cisl, Vito Vitale –. Si tratta di definire le linee guida che poi saranno discusse dai lavoratori in azienda». Quanto alla 'rottura' con il sindacato di Corso d’Italia, secondo il sindacalista della Cisl, «si tratta di una posizione pregiudiziale della Cgil che non vuole riconoscere un ruolo al governo. Noi avevamo proposto di allargare il tavolo anche al ministero del Lavoro come chiesto da loro, ma la Cgil ha rifiutato. Non chiudiamo le porte, ma è necessario andare avanti». Da parte sua, il segretario generale della Slc-Cgil, Michele Azzola, afferma di aver «già scritto all’azienda e al governo venerdì scorso per confermargli che manteniamo la stessa posizione che abbiamo illustrato il 4 agosto scorso. Invitiamo il Mise e l’azienda a mettere la trattativa sui binari giusti, ovvero affrontare la questione degli esuberi e portare il dossier al ministero del Lavoro che è la sede competente ». Secondo Azzola inoltre i decreti di attuazione del Jobs act che riguardano la cosiddetta solidarietà espansiva «necessitano di ulteriore valutazione». Secondo Stefano Conti, segretario generale dell’Ugl Telefonici, gli esuberi saranno circa 3.000 e per 300 ci si farà fronte con la mobilità volontaria, gli altri verranno affrontati con i contratti di solidarietà. «L’accordo recepisce significativamente le richieste avanzate nei precedenti incontri dalle organizzazioni sindacali e dallo stesso ministero. Il confronto prosegue ora in sede aziendale per dare pratica implementazione alle indicazioni contenute nell’intesa», spiega la nota del ministero.