Prendete una vettura emblematica, leader assoluta della sua categoria, che dal lancio nel 2013 ha venduto in Europa oltre 1,5 milioni di unità, di cui oltre 214.000 nel nostro Paese, dove nel 2020 si è classificata come il Suv di segmento B più venduto a clienti privati. Aggiungete una motorizzazione full hybrid dotata di due motori elettrici e una batteria di trazione e vi sarete fatti un’idea, sufficiente per iniziare ad essere un po’ curiosi. Stiamo parlando di Renault Captur E-TECH Hybrid 145, presentata di recente dalla Casa della Losanga (e che si affianca alla versione Plug-In), dotata di batteria da 230 V con una capacità di 1,2k Wh e basata su un 4 cilindri da 1,6 litri affiancato da due motori elettrici (un e-motor e uno starter ad alta tensione), secondo un’architettura cosiddetta serie-parallelo per ridurre al minimo le emissioni di CO2 in fase di utilizzo. Date queste premesse, abbiamo pensato di organizzare, per capire meglio di cosa si tratta, una prova su strada di alcuni giorni nella suggestiva cornice della laguna veneziana, quella ovviamente dove è consentito muoversi con le automobili, per quanto ecologiche e con propulsioni alternative siano.
La prima cosa che ci colpisce dal punto di vista estetico rispetto alla versione precedente è un complessivo ringiovanimento stilistico che rende Captur più contemporanea: linea di cintura rialzata, frontale più largo e dominante, nervature sul cofano. Anche la coda ha più carattere e personalità, in particolare grazie ai nuovi gruppi ottici a LED con firma C-SHAPE. Pure all’interno si respira un’aria nuova, a cominciare dai display di generose dimensioni, come si usa adesso: personalizzabili e più facilmente leggibili. Nella versione RS Line, oggetto del nostro touring test, si aggiungono poi alcune personalizzazioni gradevoli e di intonazione sportiveggiante, come il paraurti anteriore dotato di lama ispirata alla Formula Uno e griglia a nido d’ape, un diffusore posteriore grigio, cristalli e lunotto posteriore scuri, doppio scarico cromato e cerchi in lega da 18”. All’interno, sellerie specifiche con sgargiante bordino rosso e volante in pelle traforata con cuciture rosse e grigie, oltre alla plancia che adotta una finitura in stile carbonio. L’assistenza al parcheggio anteriore e posteriore con parking camera e il retrovisore interno elettro-fotocromatico fanno parte della dotazione di serie.
Abbandonata, subito dopo Venezia, l’autostrada che porta a Trieste e superato l’aeroporto Marco Polo, ci troviamo subito immersi nella laguna, dal 1987 Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alla città: ci troviamo in un ambiente naturale senza pari, tra vie d’acqua minute e piccole terre emerse coperte da una fitta vegetazione, dette barene (dal vocabolo veneto “baro” che indica un cespuglio o un ciuffo d'erba): terreni di forma tabulare tipici delle lagune, periodicamente sommersi dalle maree.
La tecnologia Full Hybrid di questa Renault Captur è tanto innovativa quanto trasparente: gli interventi dei motori elettrici vengono visualizzati durante la guida e si può scegliere la modalità tra My Sense personalizzabile, Eco e Sport. La motorizzazione eroga una potenza combinata di 145 cv ed è conforme alla norma Euro6 D Full: in decelerazione e frenata è possibile recuperare l’energia cinetica, che viene trasformata in energia elettrica per rigenerare la batteria. Il risultato è che ci si può avvantaggiare di una guida fino all’80% elettrica in città e all’avviamento sistematico in modalità elettrica, apprezzando in particolare la silenziosità, il comfort e la reattività del veicolo. Essa consente altresì di risparmiare, secondo la Casa, fino al 40% dei consumi rispetto ai motori termici equivalenti nel ciclo urbano.
Lasciato il Lido di Jesolo, proseguiamo nella direzione di Punta Sabbioni, da dove partono i vaporetti per Venezia e i traghetti per il Lido. L’acqua sulla quale si diramano piccole stradine è salmastra e delimita una miriade di piccole isolette dove sorgono da secoli le coltivazioni di ortaggi pregiati, orgoglio della Serenissima, come gli asparagi o i carciofi di Sant’Erasmo, presidio Slow Food, che arrivano sul mercato già da aprile in forma di germogli, detti castrature. Andando in direzione del piccolo borgo di Lio Piccolo, termine antico non più in uso che significa “lido piccolo” e che si raggiunge dal paese di Tre Porti, il paesaggio è punteggiato da serre e aziende agricole che si avvantaggiano di questi terreni particolarmente fertili sottratti alla laguna.
Questa Captur E-TECH Hybrid 145 propone gli stessi livelli di equipaggiamento delle versioni termiche, ma arricchita con alcuni interessanti equipaggiamenti supplementari, come ad esempio la già citata frenata rigenerativa con recupero energetico, la possibilità di visualizzare il flusso di energia sul cruscotto centrale e un pulsante “EV” per passare alla modalità di guida 100% elettrica, quando la carica della batteria lo consente. Non mancano poi il display da 7” personalizzabile, la climatizzazione automatica, l’accensione automatica dei fari e i sensori pioggia, tutto di serie.
Tra i canali della laguna, in particolari condizioni, emergono anche porzioni dei fondali più bassi detti velme, oltre a un gran numero di isole, abitate o deserte, unificate da Venezia tra il XIII e il XVIII secolo, rendendolo un arcipelago funzionale non solo per l’agricoltura e la pesca, ma anche per le strutture sanitarie pericolose come i lazzaretti posti lontano dal centro, le attività potenzialmente pericolose come le vetrerie spostate a Murano, l’insediamento di ordini religiosi come San Francesco del Deserto o le opere di difesa, come la Batteria Pisani.
Anche in termini di sicurezza le dotazioni sono allineate ai livelli più alti del mercato, con dispositivi di assistenza alla guida che aumentano anche il comfort di guida, come il Cruise Control adattivo, l’avviso di superamento velocità, il dispositivo che ci avverte se abbandoniamo involontariamente la corsia e quello che ci aiuta invece a mantenerla, il riconoscimento dei segnali stradali e la Parking camera con sensori anteriori e posteriori. In termini di tecnologia e connettività, si segnalano il cruscotto con display digitale 7” e display centrale 9,3’’, il sistema Multi Sense regolabile tramite display e il pulsante EV sul cruscotto, per gestire a piacimento la modalità full electric. Particolare interessante: nella modalità Sport, premendo a fondo sul pedale dell’acceleratore, è possibile sommare le motorizzazioni, per avere a disposizione tutta la potenza possibile, mentre con la funzione E-Save si limita l’utilizzo del motore elettrico e si privilegia il motore termico, per mantenere la riserva di ricarica (minimo il 40% della batteria) e passare alla guida elettrica anche on demand, ad esempio in centro città. Il sistema multimediale Renault EASY LINK con navigazione, come ci si aspetta, è compatibile con Android Auto e Apple Car Play.
Scesi dal ferry e lasciata Punta Sabbioni, eccoci al Lido, la parte veneziana che consente l’utilizzo delle vetture. Anche se nel frattempo molto è cambiato, quest’isola lunga una dozzina di chilometri e larga da 300 a 1.000 metri resta nella memoria per essere la sede della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica, nota al grande pubblico come il Festival del Cinema di Venezia, nato nel 1932 sulla terrazza dell’eccentrico Grand Hotel Excelsior, costruito da Giovanni Sardi tra il 1898 e il 1908 in stile moresco e quasi coevo del Grand Hotel des Bains, progettato nel 1900 da Francesco Marsich, dove Thomas Mann ambientò il celebre Morte a Venezia (1911) e dove Luchino Visconti girò il celebre film omonimo. Tra gli edifici più interessanti che si affacciano sul lungomare del Lido, oltre al Palazzo del Cinema del 1937 e successivamente ampliato nel 1952, merita di essere ricordato anche il Palazzo del Casinò del 1936-38, esempi dell’architettura di quel periodo. Al di là del porto canale di Malamocco, borgo di aspetto veneziano e sede del ducato nell’VIII secolo, fino al suo trasferimento a Rialto, dopo aver lasciato il centro di Alberoni, sede del Golf Club Venezia e di un’oasi del WWF, traghettiamo ancora verso sud, raggiungendo la caratteristica borgata di Pellestrina, che dà il nome all’isola storicamente abitata da pescatori, ultima destinazione del nostro test, prima del ritorno.
E i difetti? Nulla di sostanziale, in verità. Forse si poteva prestare un po’ di attenzione nel filtrare il rumore di rotolamento, udibile in particolare da chi occupa i posti posteriori; e poi, se si viaggia in quattro nelle trasferte vacanziere, meglio non eccedere troppo con i bagagli, visto che lo spazio a loro destinato è contenuto. Per il resto, la nuova Renault Captur full hybrid convince, non solo per la linea rinnovata, decisa e contemporanea: è maneggevole e spigliata in città e nei percorsi sinuosi, pur non disdegnando le lunghe trasferte autostradali e mantenendo in entrambi i casi, grazie al suo virtuoso sistema di propulsione, un consumo ragionevolmente contenuto: nel ciclo misto si riescono a percorrere anche 100 chilometri con 5 litri di benzina ed emissioni, secondo la Casa, pari a 113 grammi di CO2/km (valori WLTP). Già disponibile a partire da 25.750 euro chiavi in mano nella versione Zen, il suo prezzo lievita, come nella nostra versione, fino a superare di poco i 30 mila euro. Pur sempre contenuto, soprattutto in considerazione delle dotazioni offerte.