lunedì 4 marzo 2013
​Decine le vetture donate al Vaticano per gli spostamenti dei pontefici, dalle “Papamobile” per le parate pubbliche a due recenti vetture elettriche. La collezione è in mostra nel padiglione delle Carrozze dei Musei Vaticani
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La sua targa non potrà più essere ovviamente SCV1 (Stato Città del Vaticano numero 1) che è quella riservata al pontefice in carica, ma sicuramente un'auto resterà a disposizione del Papa Emerito Ratzinger, tra le tante che ha usato, Papamobili a parte, destinate alle parate pubbliche, come nell'ultimo giro tra la folla il giorno prima delle dimissioni, quando per l'occasione è stata recuperata la Mercedes 230, utilizzata da Papa Wojtyla poco dopo la sua elezione, con assetto modificato e comoda per gli spazi ristretti di Piazza San Pietro.
Le targhe delle auto vaticane, emesse per la prima volta nel 1930, dopo i Patti Lateranensi (sino ad allora, dal 1870, il Papa non aveva auto, non essendo mai ufficialmente uscito dal Vaticano), sono dal 1988 di due serie diverse, SCV e solo CV, seguite dalla tradizionale numerazione, la cui forma è cambiata in sintonia con quelle dello stato italiano. Le prime sono utilizzate per il servizio di Stato, le seconde sono destinate all'utilizzo di cittadini e residenti e per tutti gli automezzi non di stato. Di SCV ne esistono di speciali, in uso per il Papa e i cardinali, che hanno caratteri non neri, ma rossi su sfondo bianco. Pare poi che esistano varie copie della targa SCV 1, montate sulle diverse automobili utilizzate dal pontefice, compresa la Papamobile.
 
Benedetto XVI, eletto il 19 aprile 2005, ebbe in eredità dai suoi predecessori varie auto, ma la sua prima fu quella che gli regalò la Volkswagen all'inizio del 2006, una Phaeton W12, ammiraglia della marca tedesca che andò in garage accanto alla Mercedes ML, la Bmw X5 e la Volvo XC90 che erano state usate fino al suo arrivo e che troverà pronte all'uso anche il nuovo Papa. Accanto a queste grandi auto in versioni speciali c'è pure un motociclo Ape in versione Calessino, regalo della Piaggio nel 2008, quando celebrò anche così i 60 anni dell'entrata in  produzione di quel popolare veicolo.
L'anno scorso sono arrivate in Vaticano le prime due auto elettriche, dono della Renault, derivate dalla Kangoo Maxi ZE, e poi anche una nuova Papamobile, sulla base della Mercedes Classe M serie W166, inaugurata l'8 dicembre 2012 per il tradizionale omaggio alla Vergine di Piazza di Spagna. L'auto ha numerose innovazioni per rendere più efficiente l'impianto di climatizzazione e di illuminazione, quanto la comunicazione tra il guidatore e la cupola posteriore. La carrozzeria è come sempre bianca madreperla e più bassa di alcuni centimetri rispetto alle precedenti, anche per rendere più agevole il suo trasporto aereo, al seguito dei viaggi del Pontefice.
 
La storia delle auto papali, quelle realmente usate, comincia il 29 marzo 1929, quando il senatore Giovanni Agnelli in persona consegna a Pio XI una Fiat 525M, che viene portata in Vaticano da un famoso pilota, Felice Nazzaro, mentre un mese dopo arrivano in omaggio anche una Tipo 8a Isotta Fraschini e una Graham-Paige 827 proveniente dagli Usa. In precedenza, due auto Bianchi regalate al Papa rimasero sempre in garage. Per il giubileo sacerdotale di Pio XI, arrivò infine una Lictoria speciale, appositamente realizzata con trono papale e rifiniture in oro zecchino dagli operai di Citroën Italia.
 
Giovanni Paolo I fu l'ultimo papa ad usare la sedia gestatoria e, per il suo successore, Giovanni Paolo II, venne realizzata la prima Papamobile scoperta, su cui potesse viaggiare in piedi o seduto in posizione rialzata, ben visibile alla folla. Per quel primo impiego fu approntata una versione speciale della 1107 Nuova Campagnola bianca, donata dai lavoratori della Fiat e sulla quale Wojtyla venne ferito il 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro. Da allora, le successive Papamobili vennero dotate di una cabina in cristallo antiproiettile.
 
Per chi volesse saperne di più, è stato da non molto riallestito il padiglione delle carrozze dei Musei Vaticani,con, solo di auto, oltre 36 modelli in esposizione, tra cui una Ford D Series, presto pensionata e definita da molti “un camioncino per vendere gelati”, e un vecchio modello della Gmc Sierra.
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