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Se gli italiani si aspettano di sentire senza troppi sforzi anche gli effetti positivi dei rialzi dei tassi della Banca centrale europea, cioè di ottenere tassi di interessi più alti sui depositi, rischiano di rimanere delusi. Andrea Orcel, ceo di UniCredit, la seconda maggiore banca del Paese, in un intervento alla Bank of America Financial Conference ha detto chiaramente che «i conti correnti sono un servizio che si usa per pagare le bollette e fare un sacco di altre cose» ma «se un cliente vuole che i suoi soldi siano remunerati deve investire i soldi spostandoli dal conto corrente».
Orcel ha anche aggiunto che la competizione sui conti correnti si gioca sui costi del conto più che sulle remunerazioni e ha rivendicato la scelta di tagliate commissioni ai clienti per 250 milioni di euro.
La questione della remunerazione dei conti correnti, rimasta bassissima negli anni dei tassi zero e aumentata di poco in seguito ai rialzi, si è scaldata dopo l’introduzione lo scorso agosto della tassa sugli extra-profitti delle banche, giustificata informalmente dal governo anche con l’esigenza di ribilanciare questo squilibrio tra interessi attivi e passivi.