mercoledì 20 settembre 2023
Il ceo della banca avverte che non cisi può aspettare un gran tasso di interesse lasciando i soldi sul conto corrente. In media, dicono i dati Abi, il rendimento annuo ad agosto era dello 0,4%
undefined

undefined - undefined

COMMENTA E CONDIVIDI

Se gli italiani si aspettano di sentire senza troppi sforzi anche gli effetti positivi dei rialzi dei tassi della Banca centrale europea, cioè di ottenere tassi di interessi più alti sui depositi, rischiano di rimanere delusi. Andrea Orcel, ceo di UniCredit, la seconda maggiore banca del Paese, in un intervento alla Bank of America Financial Conference ha detto chiaramente che «i conti correnti sono un servizio che si usa per pagare le bollette e fare un sacco di altre cose» ma «se un cliente vuole che i suoi soldi siano remunerati deve investire i soldi spostandoli dal conto corrente».

Orcel ha anche aggiunto che la competizione sui conti correnti si gioca sui costi del conto più che sulle remunerazioni e ha rivendicato la scelta di tagliate commissioni ai clienti per 250 milioni di euro.

La questione della remunerazione dei conti correnti, rimasta bassissima negli anni dei tassi zero e aumentata di poco in seguito ai rialzi, si è scaldata dopo l’introduzione lo scorso agosto della tassa sugli extra-profitti delle banche, giustificata informalmente dal governo anche con l’esigenza di ribilanciare questo squilibrio tra interessi attivi e passivi.

Secondo gli ultimi dati dell’Abi la remunerazione media dei conti bancari ad agosto era dello 0,80%: ma è una media del 3,36% di remunerazione dei conti deposito e lo 0,40% di remunerazione dei conti correnti. In seguito all’ultimo rialzo dei tassi della Bce, oggi una banca che lascia la liquidità sui propri conti presso la banca centrale ottiene una remunerazione del 4%.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI