martedì 5 marzo 2024
Studio di Unioncamere: le aziende hanno bisogno di 768mila laureati, ma in un caso su due trovarli è difficile. E in certi ambiti i laureati sembrano proprio introvabili
Ingegneri elettrotecnici, infermieri, informatici: i laureati introvabili
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Ingegneri, informatici, medici e altri professionisti della sanità. Ma anche insegnanti e farmacisti. La domanda di laureati in Italia è in forte aumento, rappresenta il 13,9% della richiesta di lavoro, ma i profili con competenze adeguate scarseggiano. Un fenomeno non nuovo, definito mismatch, che dopo la pandemia ha avuto un’accelerazione preoccupante.

Sono 768mila i laureati che le imprese hanno previsto di assumere nel 2023 (a fronte di 1,6 milioni di diplomati e 2 milioni di tecnici) ma in un caso su due le difficoltà sono state considerevoli. Appena quattro anni fa, nel 2019, era di difficile reperimento soltanto un terzo dei laureati. A rivelare questo disallineamento che rischia di rallentare l’economia del Paese è il Sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e Anpal che ha analizzato il dato relativo alla domanda di lavoro programmata dalle imprese nello scorso anno. La motivazione prevalente, che da sola rappresenta il 62,9% dei casi, per cui le imprese hanno difficoltà ad assumere personale qualificato riguarda il “gap di offerta”: il profilo è molto richiesto, ma non ci sono abbastanza laureati disponibili sul mercato con specifiche competenze.

Tra i professionisti “introvabili” gli ingegneri elettrotecnici (90,6%) e dell’informazione (80,7%), infermieri e ostetriche (80,3%). Seguono poi cinque profili difficili da reperire in sette casi su dieci: i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici, i farmacisti, gli specialisti in terapie mediche, i medici generici e i progettisti e amministratori di sistemi. Altre due figure superano la soglia del 60% in termini di irreperibilità, analisti e progettisti di software e tecnici programmatori, mentre per gli ingegneri energetici e meccanici la difficoltà di reperimento si attesta al 59,3%.

«Il 14% della domanda di lavoro delle imprese era destinato lo scorso anno ai laureati. Una quota elevata, che riflette l’upgrading tecnologico che stanno affrontando le aziende», sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli commentando i dati. «Però, il nostro Paese, è nelle posizioni basse della classifica europea per la percentuale di giovani che hanno completato un percorso di istruzione terziaria. In Italia i laureati tra i 25 e i 34 anni sono il 29,2% mentre a livello europeo sono il 42%». Per questo secondo Tripoli vanno sostenute e valorizzate tutte le forme di istruzione terziaria, dagli Its Academy, alle Università non solo quelle tradizionali ma quelle telematiche, che possono agevolare gli studenti lavoratori e i giovani che abitano lontano dalle sedi universitarie.

Le lauree più richieste si confermano quelle in economia con quasi 223mila inserimenti (29% della domanda di laureati). Al secondo posto ingegneria con i suoi diversi indirizzi, con 162mila assunzioni previste (21,1%). Nelle posizioni alte della classifica si trova anche a sorpresa la laurea in Insegnamento e formazione (117mila inserimenti, il 15,2% della domanda totale). Sono piuttosto ricercati anche i laureati dell’indirizzo sanitario e paramedico (8,1%) e di quello scientifico, matematico, fisico e informatico (7,3%).

La distribuzione territoriale della richiesta di laureati vede prevalere le regioni più grandi: ai primi posti si trovano Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Campania, Veneto e Piemonte. Le competenze digitali (in particolare l’utilizzo di tecnologie internet e la capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione multimediale) stanno diventando requisiti essenziali. Le imprese richiedono digital skill al 69,4% dei laureati. Tra le altre competenze tecnologiche la capacità di utilizzare linguaggi matematici e informatici e di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie “4.0” (cioè quelle legate all’automazione industriale) vengono considerate essenziali rispettivamente nel 44,2% e nel 29,5% dei casi. Ma sono sempre più numerose le aziende (42,3%) che cercano laureati con competenze specifiche sulla sostenibilità e il risparmio energetico.

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