venerdì 29 novembre 2024
I dati di settembre confermano una crisi conclamata con unico dato positivo sulle esportazioni sulle quali pende la spada di Damocle dei dazi
Si spegne il fatturato dell'industria, calo annuo del 5,7%
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L’industria italiana in profondo rosso si salva solo grazie ad una ripresa delle esportazioni. Il calo del fatturato annuo è salito al 5,7%. I dati di settembre diffusi oggi dall’Istat confermano una crisi conclamata.

Una situazione allarmante se si pensa che l’unica ancora di salvezza sembra essere l’export e che l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, con il suo progetto bellicoso di dazi anche sui prodotti Ue potrebbe far precipitare la situazione. “Mettere i dazi anche i prodotti italiani significa aiutare indirettamente la Cina, questo dovrà essere molto chiaro” ha detto oggi parlando al Forum dell’Agricoltura di Coldiretti il ministero degli Esteri Antonio Tajani e ricordando però che con la vecchia amministrazione Trump per “l’Italia c’era stato sempre un occhio di riguardo, una posizione diversa rispetto a quella per altri Paesi”.

A livello mensile si registra un calo del valore dello 0,3% a fronte di una riduzione dei volumi, il numero di merci vendute, dello 0,1%. Risultati dovuti alla crisi del mercato interno, -0,9% in valore, mentre quello estero è in ripresa, +0,9% in valore. Non si tratta di una situazione passeggera. Da 5 mesi consecutivi le industrie italiane producono sempre meno e guadagnano sempre meno. Il terzo trimestre è il primo in cui si sono registrati solo cali del fatturato dell’industria. In totale il valore è sceso dell’1,3% in valore e dell’1,8% in volume. A livello annuale i dati risultano molto negativi. Da settembre 2024 il fatturato dell’industria è calato del 5,7%. L’ultima volta in cui è stato così basso era il gennaio del 2022, mentre per quanto riguarda i volumi, calati del 4,7%, siamo tornati ai livelli dei mesi appena successivi della pandemia, febbraio 2021. In pratica sono andati in fumo due anni di ripresa.

Le ragioni dietro a questa flessione sono diverse: dalla recessione che ha colpito la Germania, primo partner commerciale dell’Italia, agli strascichi della crisi energetica. La preoccupazione per le mosse di Trump, che ha già annunciato l’introduzione a gennaio di dazi su prodotti provenienti da Cina, Canada e Messico, è elevata in tuta Europa. La presidente della Bce Christine Lagarde ieri ha sottolineato come una guerra commerciale a tutto campo con gli Usa non sarebbe nell’interesse di nessuno. “L’Europa dovrebbe offrirsi di comprare alcuni beni dagli Usa come gas naturale liquefatto o equipaggiamenti per la difesa” nella logica di un “buy american” anziché il muro contro muro sui dazi.

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