Un uomo porta sacchi di grano distribuiti gratuitamente dal governo in Pakistan - Epa-Ansa
Le quotazioni internazionali delle materie prime alimentari sono diminuite a marzo per il dodicesimo mese consecutivo. L’indice dei prezzi del cibo elaborato dalla Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha segnato un calo del 2,1% il mese scorso, scendendo a 126,9 punti, 32,8 punti in meno rispetto al picco di marzo del 2022. Il calo, spiega la Fao, è stato reso possibile dall’estensione dell’accordo sul grano del Mar Nero, dall'ampia disponibilità di forniture a livello globale e dalla debole domanda di importazioni. Particolarmente forti il calo mensile del prezzo dei cereali (-5,6%), dell’olio vegetale (-3%) e dei prodotti lattiero-caseari (-1,1%), che hanno contribuito a fare scendere l'indice generale.
La contrazione dei prezzi delle materie prime, però, tarda a farsi sentire sui consumatori finali, soprattutto nei Paesi poveri. «Mentre i prezzi sono diminuiti a livello globale, sono ancora molto alti e continuano ad aumentare nei mercati interni, ponendo ulteriori sfide alla sicurezza alimentare – ha spiegato Máximo Torero, capo economista della Fao –. Ciò è particolarmente vero nei paesi in via di sviluppo importatori netti di alimenti, con la situazione aggravata dal deprezzamento delle loro valute rispetto al dollaro americano o all'euro e dall'aumento del debito».