sabato 1 luglio 2023
Due anni dopo il licenziamento via mail i lavoratori da otto mesi senza stipendio denunciano i ritardi nel pagamento della cassa-integrazione
Lo striscione esposto dagli operai della ex Gkn sulla torre di San Niccolò

Lo striscione esposto dagli operai della ex Gkn sulla torre di San Niccolò - Ansa

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Hanno trascorso la notte sulla torre di San Niccolò nel centro di Firenze, sulla quale erano saliti ieri sera per protesta, il gruppo di operai del Collettivo di fabbrica dell'ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) che chiedono l'immediato pagamento della cassa integrazione spettante. Alle 10 gli operai hanno convocato una conferenza stampa per spiegare le ragioni del gesto e dare aggiornamenti sulla vertenza, iniziata l'8 luglio del 2021 con un licenziamento collettivo via email per 422 persone da parte del fondo americano Melrose.

Gli operai hanno ricevuto la visita di alcuni consiglieri comunali, mentre sotto alla torre è presente un gruppo di persone tra i quali simpatizzanti e altri operai. I lavoratori hanno affisso alcuni striscioni tra cui uno con scritto 'Scusa Firenze, quella lotta è di tutti e per tutti' e un altro che recita "Gkn non si tocca'.

Il ministero del Lavoro ha concesso la cassa integrazione in deroga a Qf spa, società in liquidazione proprietaria della fabbrica, fino al 31 dicembre 2023, nel mese di maggio. Ma i soldi sino ad oggi non sono arrivati. E i lavoratori, ormai scesi sotto quota 300, si trovano in grave difficoltà perchè da 8 mesi non percepiscono gli stipendi

A due anni di distanza insomma si è ancora in una situazione di stallo. L’area industriale grande 80mila metri quadri produceva i semiassi del furgone Ducato. Stellantis ha ridotto le commesse e la britannica Melrose Industries Plc ha reagito licenziando i fiorentini via email. Anche su pressione del ministero, Gkn ha nominato Francesco Borgomeo per occuparsi della faccenda: imprenditore noto per avere risanato alcune aziende in stato di crisi a dicembre ’21 ha rilevato l’azienda dando vita a Qf e assicurando l’ingresso di un nuovo proprietario entro sette mesi per produrre macchinari per l’industria farmaceutica o inverter per il motore elettrico. Ma questa volta non è riuscito nell'impresa e lo scorso marzo ha annunciando la messa in liquidazione dell'azienda con la conseguente nomina di un commissario.

La palla è quindi passata alla Regione Toscana che proverà a guidare il processo di riconversione della fabbrica di Campi Bisenzio e che ha già ricevuto alcune manifestazioni di interesse. Dal canto loro le maestranze hanno avviato un crowdfunding per sostenere il proprio piano industriale, che consiste nella produzione di pannelli fotovoltaici di ultima generazione, batterie e cargo bike a ridotto impatto ecologico.

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