Prima medico e chirurgo, poi imprenditore. E ora presidente di Ferrarelle: 238 milioni di fatturato, 550 dipendenti tra gli stabilimenti di imbottigliamento di Boario (Brescia) e Riardo (Caserta). Ma soprattutto napoletano. Carlo Pontecorvo con la sua simpatia ha catturato l’attenzione della platea de Linkontro 2023 qui in Sardegna.
Cosa significa fare impresa in tempo di crisi? Le criticità oggi sono tante. Prima di tutto il rallentamento dei consumi. Sono in calo, è innegabile. I primi quattro mesi dell’anno non sono stati positivi e il clima non ci è d’aiuto. Sono cambiate le abitudini di acquisto dei consumatori. In secondo luogo la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. Ma c’è anche la questione salariale, quella occupazionale, in particolare la difficoltà dei giovani a trovare lavoro, con il poco invidiabile record italiano di oltre tre milioni di Neet. Sono tutte variabile con cui confrontarsi.
Come uscire da questa fase? Bisogna riflettere su questa incertezza per capire cosa la determina. Bisogna fare analisi e approfondire per migliorare le proprie competenze. Sono convinto che la conoscenza predisponga le aziende a correre dei rischi. Ecco perché è necessario tenere dritta la barra del timone. Le aziende devono avere una propria strategia e sapere che strada percorrere sia a breve che a medio termine: devono essere agili e flessibili, in grado di rispondere alle richieste del mercato in modo tempestivo.
L’innovazione aiuta, è innegabile, ma non la si può improvvisare. La diversificazione può essere un altro elemento strategico? In effetti è così. Può essere utile per affrontare il periodo di incertezza e tornare a crescere. Per esempio Ferrarelle ha acquisito Amedei, un marchio di eccellenza per la lavorazione del cacao, con sede a Pontedera. Crediamo molto nel settore in cui operiamo, ma la pandemia ci apre nuovi orizzonti. Non escludiamo nuove acquisizioni, ma temi e modi sono ancora da approfondire.
Altro valore chiave è la sostenibilità… Sin dal 2005 abbiamo dimostrato attenzione verso questi temi. Nel 2018 abbiamo incentrato i nostri sforzi su questo aspetto. I nostri prodotti sono per lo più sostenibili. Inoltre abbiamo attivato una collaborazione con la start up Sani Dentro, che vanta un brevetto mondiale: una molecola in grado di igienizzare i contenitori. Siamo diventati anche società Benefit. Siamo attenti al rispetto dell’ambiente e al riciclo dei rifiuti, oltre che al risparmio energetico. Abbiamo ottenuto un certificato per i nostri sforzi sulla decarbonizzazione. Ricicliamo il 95% dei rifiuti. Mentre a Presenzano (Caserta) smaltiamo 25mila tonnellate di plastica riciclata. Produciamo energia da fonte rinnovabile che copre il 70% del nostro fabbisogno: abbiamo un impianto fotovoltaico da 1,2 megawatt, nel 2024 ne entrerà in produzione un altro da quattro megawatt.
E sul sociale? Collaboriamo con Fondazione Telethon, Airc e Fai. Siamo attenti alla parità di genere. Tra l’altro abbiamo due donne tra i nostri top manager. In questo periodo di incertezza abbiamo firmato un accordo aziendale di secondo di livello che prevede oltre al premio di risultato anche buoni spesa e buoni benzina per i nostri collaboratori.