Valentina Rotondi
Valentina Rotondi è una giovane ricercatrice di Economia dello sviluppo presso l’università di Oxford in procinto di trasferirsi al Supsi di Lugano. Fa parte dello staff organizzativo dell’evento voluto da Papa Francesco. Doveva essere solo una dei duemila giovani, ma è diventata parte del progetto. «Ho mandato subito la domanda appena ho saputo della proposta del Pontefice – dice Valentina – era l’occasione di unire il mio percorso di formazione al mio impegno nel volontariato». Originaria di Saronno, 32 anni, un bimbo di tre anni e una bimba in arrivo tra qualche mese, ha studiato a Pavia prima di iniziare, con la laurea specialistica e con il dottorato, a fare ricerca in mezzo mondo: Israele, Siria, Etiopia, Cambogia e Vietnam. «Durante il dottorato quello scollamento tra gli studi e la mia voglia di essere in prima linea nell’aiutare il prossimo si è accentuata. Sin da ragazza nello scoutismo ho avuto l’occasione di fare tante esperienze di volontariato in diverse realtà, una delle più significative presso il carcere di San Vittore». In giro per il mondo Valentina si occupa di economia comportamentale: cioè di come cambiano le abitudini della popolazione in condizioni di incertezza. «In Cambogia per fare ad esempio i contadini non si assicurano contro i danni climatici, che sono frequenti, perché non conoscono il concetto di probabilità – racconta –. A Panama abbiamo studiato come si formano le attitudini imprenditoriali in un settore molto proficuo come quello del narcotraffico». Per l’evento creato da papa Francesco Valentina è stata una delle coordinatrici del villaggio «Co2 per le diseguaglianze » insieme a Luca Trivelli, Carlo Giardinetti e don Joseph Hili. «L’idea di fondo è che l’anidride carbonica è un gas che esiste in natura ma diventa dannosa per l’ecosistema quando è in eccesso, così come le differenze, quando diventano elevate, rappresentano un problema e si trasformano in diseguaglianze ». Il villaggio si è diviso in sottogruppi: alcuni teorici sulle diseguaglianze di reddito ma anche di accesso alla salute e all’istruzione, altri più concreti. Tra le idee più innovative la creazione di un canale youtube per raccontare le diseguaglianze e la realizzazione di comunity project tramite raccolta fondi come avviene per le imprese. «L’idea è quella di realizzare delle 'case delle eguaglianze' da costruire in giro per il mondo: sono luoghi di formazione ma anche la sede di imprese sociali ma saranno anche luoghi di formazione. A questo progetto hanno lavorato una ragazza brasiliana e un ragazzo argentino che adesso sono pronti a partire. Il concetto è che tutti i paesi sono in via di sviluppo e che le diseguaglianze vanno combattute insieme».