Philippe Donnet, ceo di Generali dal 2016
La battaglia per Generali si è conclusa con la vittoria di Philippe Donnet e la sconfitta di Francesco Gaetano Caltagirone. All’assemblea dei soci, la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione presentata dal Cda uscente con il sostegno di Mediobanca (primo azionista con il 17,75% delle azioni) e della holding De Agostini ha ottenuto il 55,9% dei voti degli azionisti presenti, contro il 41,7% della lista alternativa presenta da VM2006, una delle società di investimento dell’imprenditore romano Caltagirone.
All’assemblea, ancora in streaming per evitare rischi di contagio da Covid-19, hanno partecipato azionisti che hanno complessivamente il 70,7% del capitale. Un’affluenza molto elevata, per quanto virtuale: in media la partecipazione si fermava al 55-56%. I soci avevano tempo fino a giovedì per inviare le deleghe e le indicazioni di voto all’unico rappresentante designato. Già le indiscrezioni della vigilia avevano mostrato che la lista del Cda era in vantaggio. Alla fine hanno votato per la lista del Cda uscente azionisti con il 39,25 capitale, mentre quelli con il 29,4% hanno scelto la lista di Caltagirone.
Mediobanca ha saputo portare dalla sua parte i fondi internazionali, convinti anche dall’indicazione di voto di Glass Lewis e Iss, società che aiutano i fondi istituzionali a fare le loro scelte.
Il progetto alternativo sostenuto da Caltagirone, che ha il 9,95% delle azioni, ha ottenuto l’appoggio della Delfin di Leonardo Del Vecchio (9,8%), di Edizione dei Benetton (4,7%), Fondazione Crt (1,7%), Cassa Forense (1%) e altri imprenditori. L’idea del piano, chiamato “Awakening the Lion”, era quella di accelerare la crescita di Generali, aumentando la redditività. Alla guida Caltagirone avrebbe voluto mettere Luciano Cirinnà, triestino, una carriera tutta spesa all’interno di Generali, di cui (prima di essere sospeso a seguito della sua candidatura) era il responsabile per Austria ed Est Europa.
Con la vittoria della lista del Cda arriva la conferma del ceo Philippe Donnet, alla guida dal marzo del 2016, mentre alla presidenza dopo undici anni Gabriele Galateri di Genola lascia il posto ad Andrea Sironi, economista della Bocconi. In base alle regole dello statuto, modificate proprio ieri dall'assemblea, la lista di maggioranza ha 10 posti su 13 nel Cda. I tre posti restanti sono andati alla lista di Caltagirone: li occuperanno lo stesso imprenditore romano, il manager Flavio Cattaneo e Marina Brogi, economista dell’università La Sapienza. Sono rimasti fuori i fondi italiani rappresentati da Assogestioni, che in assemblee meno combattute riuscivano a conquistare la seconda posizione inserendo i loro rappresentanti come lista di minoranza.
Tra gli altri voti dell'assemblea, l'approvazione del bilancio (85% di sì dai presenti) e la distribuzione del dividendo (sì al 98,9%).
La prima sfida, per il nuovo Cda, sarà quella di ricomporre le divisioni tra i soci, inasprite da questi mesi di scontro per il controllo della compagnia. «La maggioranza si è espressa con chiarezza e senza alcuna ambiguità per il Cda proposto dal consiglio di amministrazione uscente – ha commentato Donnet a voto concluso –. È una testimonianza di fiducia nel nostro team management e nel nostro piano». «Tutti insieme – ha concluso il Ceo – possiamo lavorare con determinazione e serenità nella stessa direzione che è quello di perseguire l'interesse di tutti gli stakeholder»