venerdì 23 settembre 2022
Per la prima volta la congregazione ha riunito in congresso economi, ispettori, responsabili. L'economo generale Jean Paul Muller: "Insieme per rispondere al cambiamento"
Jean Paul Muller con lo speaker Janis McDavid, uno dei relatori di Sdb Change

Jean Paul Muller con lo speaker Janis McDavid, uno dei relatori di Sdb Change - Ans

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Per la prima volta la Congregazione Salesiana ha riunito in un congresso i suoi economi ispettoriali, i responsabili degli uffici di pianificazione e sviluppo, i direttori delle procure, i responsabile delle raccolte fondi e tutte le altre persone chiave per la gestione economica della Famiglia Salesiana, che conta più di 14mila persone in 134 nazioni del mondo: religiosi chiamati a lavorare per l’efficienza economica, la vocazione ai giovani e la testimonianza di povertà. L’appuntamento Sdb Change – iniziato lunedì scorso e in chiusura oggi a Roma, all’Università Pontificia Salesiana – è servito a «potenziare la nostra energia, il nostro know how, sempre con al centro la spiritualità e la vocazione per i giovani, dobbiamo confrontarci sempre per aiutare al meglio i giovani per un futuro che sarà più complesso e turbolento» spiega Jean Paul Muller, economo generale della Congregazione.

La sfida del cambiamento è già nel titolo del Congresso. Che cosa occorre cambiare?

Da un lato il cambiamento è davanti ai nostri occhi. Vediamo le trasformazioni dello scenario geopolitico, il dramma dei rifugiati dall’Africa, i grandi problemi sociali che attraversano l’Asia e l’Europa. Ci sono poi le sfide delle innovazioni tecnologiche, dall’intelligenza artificiale alle criptovalute, e quelle dell’agenda mondiale, a partire dall’economia sostenibile. Dall’altro lato c’è la nostra capacità di cambiare. Ogni persona che ha responsabilità di garantire i muri e le strutture in cui facciamo educazione in tutto il mondo vive inedite sfide diverse, ma che hanno molte caratteristiche in comune. Per questo abbiamo deciso per la prima volta di fare questo grande sforzo di trovarci fisicamente tutti insieme per ragionare sulle possibili soluzioni, per dare una risposta salesiana alle domande che solleva il mondo contemporaneo.

L’economia ha chiaramente un ruolo importante in questo cambiamento. In che modo la corsa dei prezzi e delle materie prime impatta sulla vostra attività?

È da dodici anni che sono l’economo generale e non ho mai visto una situazione come questa. Da diversi centri amministrativi emergono problemi di liquidità: hanno usato le riserve per mantenere i centri e pagare gli stipendi nei mesi della pandemia e adesso davanti all’impennata di tutti i costi sono costretti a indebitarsi per portare avanti l’attività. Anche questo è un tema di confronto: c’è chi ha saputo rispondere bene al cambiamento. Chi aveva investito già negli anni scorsi per diventare autonomo sul lato energetico, per esempio. Ma anche scuole che in alcune zone hanno riscoperto l’agricoltura, usando i prati attorno alle strutture per coltivare ortaggi per le mense. Come Congregazione oggi abbiamo la Casa generalizia, qui a Roma, di fianco alla Stazione Termini, che è un cantiere aperto, perché vogliamo ridurre il più possibile tutti gli sprechi di energia e le emissioni inquinanti. Certo, è dura per tutti: abbiamo da poco organizzato un piano di aiuti per la regione del Tigray e quando abbiamo preparato tutto abbiamo visto che la cifra con cui di solito si potevano inviare tre tir di aiuti ora bastava appena per un tir solo…

Quali sono i grandi temi al centro del congresso?

Abbiamo preparato questo appuntamento per due anni e mezzo. Abbiamo scelto cinque temi cruciali: l’economia sostenibile, la spiritualità salesiana, l’intelligenza artificiale, la comunicazione del futuro, la prevenzione della corruzione. Per noi salesiani l’idea di preparare i buoni cittadini del futuro è fondamentale. Ma che cosa significa oggi essere buoni cittadini in un contesto in cui, per esempio, la corruzione è dilagante? O che cosa comporta essere buoni cittadini rispetto all’impatto delle nostre scelte di ogni giorno sull’ambiente? È su questo genere di domande che ci siamo confrontati.

Avete trovato le risposte?

Ovviamente non ci sono risposte definitive alle grandi domande dei nostri tempo. Ma ci aspettiamo che chi ha partecipato torni a casa con più motivazione, ottimismo e consapevolezza. Abbiamo discusso di temi su cui anche io sono quasi analfabeta, come le valute digitali o l’intelligenza artificiale. Ma in alcuni Paesi questo cose sono normali e noi non possiamo non essere preparati, non possiamo dire 'questo non ci interessa': queste sono 'cose nuove' della realtà in cui i nostri giovani saranno immersi e abbiamo bisogno di conoscerle per prepararli al mondo.

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