La protesta del sindacato delle costruzioni a Seul lo scorso 8 marzo - Ansa

Mentre in Europa e negli Stati Uniti si ragiona sulla settimana lavorativa da quattro giorni invece che cinque (e qualche azienda la sperimenta già) il governo della Corea del Sud ha proposto di aumentare da 52 a 69 ore il massimo orario di lavoro settimanale. Parametrato su sei giorni di lavoro a settimana, 69 ore si traducono in 11,5 ore di lavoro al giorno.

Già oggi in Corea del Sud si lavora molto più che altrove in termini di tempo: 1.915 ore all’anno, dicono le rilevazioni dell’Ocse, contro le 1.791 degli Stati Uniti, le 1.669 degli italiani e le 1.349 ore dei tedeschi (che sono quelli che lavorano meno tempo, tra i cittadini dell’area dell’Ocse).

Andrew Jeong, il corrispondente da Seul del Washington Post che ha rilanciato la notizia, ricorda che il lungo orario di lavoro è citato spesso come causa del bassissimo tasso di fertilità (solo 0,78 figli per donna) e per l’elevato tasso di suicidi (24,1 ogni 100mila abitanti, tra i più alti del mondo). Nel 2021 un funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità ha ricordato che «lavorare 55 ore a settimana o di più è un serio rischio per la salute».

Oggi in Corea l’orario “standard” è di 40 ore settimanali a cui se ne aggiungono 12 di straordinari. Il governo conservatore della Corea del Sud guidato da Yoon Suk Yeol ha proposto di ammettere più ore settimanali, fino a 69, fissando limiti di orari sugli straordinari su base mensile, trimestrale, e annuale, così da bilanciare il lavoro tra una settimana e l’altra. Nella proposta c’è la garanzia di 11 ore di riposo tra un turno e l’altro. Il Partito Democratico all’opposizione, che aveva introdotto il limite di 52 ore nel 2018, contesta il progetto, così come i sindacati.