La sede di Fitch Ratings - Ansa
Il taglio del rating dell’Italia da parte di Fitch, arrivato martedì a tarda sera, ha aumentato la tensione sui titoli di Stato italiani: il rendimento dei Btp decennali ha aperto in rialzo di 6 centesimi, all’1,8%, con uno spread di 228 punti sui Bund tedeschi.
Fitch ha tagliato il suo giudizio da BBB a BBB- a causa del peggioramento dei conti pubblici causato dalla crisi economica scatenata dal lockdown. Le previsioni dell’agenzia, non molto distanti da quelle indicate dal governo nel Def, indicano per il 2020 un calo del Pil dell’8%, un deficit vicino al 10% del Pil e un rapporto debito-Pil al 156% entro la fine del 2020. Per il 2021 l’agenzia prevede un rimbalzo del Pil, con un +3,7%, ma aggiunge che «la forza della ripresa è molto incerta, data la sottostante debolezza dell’economia. La debole performance in seguito alla crisi finanziaria globale, quando soltanto metà del output perduto è stata recuperata, è un altro segnale che invita alla cautela».
Il taglio da parte di Fitch arriva dopo che venerdì scorso S&P ha invece confermato il suo giudizio BBB sull’Italia.
Siamo in una situazione in cui il giudizio delle agenzie può essere davvero molto insidioso. Se in queste settimane difficili i titoli di Stato italiani non sono andati fuori controllo è perché la Banca d’Italia sta comprando miliardi di euro di obbligazioni dello Stato per contro della Banca centrale europea. Fin qui è stato riservato all’Italia un terzo delle operazioni del programma di acquisti di titoli chiamato Pepp che la Bce ha introdotto a metà marzo per gestire l’emergenza. Secondo le stime degli analisti Bankitalia ha comprato circa 20 miliardi di euro di titoli di Stato in un mese.
Per essere “acquistabili” dalla Bce, però, i nostri titoli di Stato devono mantenere un rating di livello “investimento” da parte di almeno una delle quattro agenzie considerate dalla Bce, cioè S&P, Moody’s, Fitch e Dbrs. Dall’ottobre del 2018 Moody’s assegna all’Italia un giudizio (Baa3 nella sua scala di rating) che è appena un gradino sopra il livello “spazzatura”. Il BBB- di Fitch è analogo al giudizio di Baa3 di Moody’s. Il BBB di S&P e di Dbrs è invece un livello sopra.
Siamo sul limite, insomma, ma di solito quando un’agenzia “taglia” le altre si adeguano. Molti hanno pensato all’Italia quando il consiglio direttivo della Bce, mercoledì, ha deciso di allentare le sue regole sulle garanzie che accetta per finanziare le banche: i titoli che il 7 aprile 2020 avevano un rating di almeno BBB- continueranno ad essere accettati fino al settembre del 2021, poi si vedrà. Questa mossa spazza via l’idea che le banche italiane, che usano come garanzie i circa 350 miliardi di euro di Btp che hanno in bilancio, rischino di non poter più accedere ai finanziamenti della banca centrale. Almeno per questo anno e mezzo.
Oggi non si può più escludere del tutto uno scenario di un’Italia incapace di ottenere un giudizio “investimento” da almeno un’agenzia di rating.