Fare chiarezza sulla crisi del sistema bancario italiano e dare risposte ai risparmiatori coinvolti. Pierferdinando Casini, neo-presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, non nasconde la preoccupazione per il compito che lo aspetta - «mai mi sono trovato a non ricercare un incarico come quello che avete deciso di conferirmi» dice a deputati e senatori che lo hanno votato (con 21 voti su 40) - e mette in guardia sui rischi legati allo scontro politico. La commissione non «dovrà diventare il palcoscenico della campagna elettorale» avverte. E poco dopo annuncia le sue dimissioni da presidente della commissione Esteri in Senato.Un iter lungo e travagliato quello che ha portato alla nascita e da ieri all’operatività della commissione d’inchiesta.
Ci sono voluti due anni per decidere di puntare i riflettori sui dissesti bancari e sulle responsabilità della Vigilanza. Un sistema definito "sano" fino a pochi anni fa si è ritrovato con svalutazioni per 26,8 miliardi per le prime dieci banche, la necessità di uno scudo pubblico da 20 miliardi e la nazionalizzazione del Montepaschi. Si indagherà anche sulle banche finite in risoluzione: Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. E forse anche sulle due venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) acquistate da Intesa.
Sul piede di guerra il M5S che accusa Casini di conflitto di interessi. «Gli scheletri rimarranno tutti nell’armadio. I partiti non vogliono che si scopra alcunché. La designazione di Casini a presidente è l’atto di killeraggio definitivo ai danni dell’organismo». A Casini «perfetto uomo di sistema» il movimento contesta di essere amico di Geronzi», «socio della fondazione Carisbo, azionista di Intesa Sanpaolo» e «genero di Caltagirone, fino al 2012 vicepresidente e azionista di Monte dei Paschi». Critiche anche da Fratelli d’Italia, «la presidenza spettava all’opposizione» dice Giorgia Meloni, e dall’Idv che ricorda come Casini si fosse espresso contro la bicamerale pochi mesi fa. I vice presidenti della Commissione sono Mauro Maria Marino, senatore del Pd, e Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. Gli candidati alla presidenza erano Enrico Zanetti di Scelta Civica (che ha preso 9 voti), Carlo Martelli del M5s (5 voti) e Bruno Tabacci di Democrazia solidale (3 voti).
La commissione dovrà occuparsi delle proposte contenute nella mozione approvata lunedì sera in Senato e sostenuta dai presidenti di tutti i gruppi parlamentari. Nella quale si chiede, tra le altre cose, l’interdizione perpetua per i manager delle banche responsabili dei dissesti, la revisione delle sanzioni, il posticipo del termine previsto per il "ristoro" dei risparmiatori ingannati. Alcune delle disposizioni auspicate dalla mozione, a partire dalla questione rimborsi, richiederebbero però un confronto con l’Europa dagli esiti incerti. Il cammino della commissione insomma è tutto in salita.