giovedì 19 novembre 2020
Il messaggio del cardinale, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale in apertura dell'evento voluto da papa Francesco per una nuova economia
Il cardinale Turkson

Il cardinale Turkson - Archivio Siciliani

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«Cari amici, ispirati da San Francesco di Assisi, con il nostro sguardo fisso su Gesù e sotto la guida di Papa Francesco, voi giovani di fede e di buona volontà potete mettere in campo una nobile espressione di amore, amore sociale, generando una nuova economia che garantisca un mondo buono». È con queste parole di apprezzamento e incoraggiamento che il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha dato il via all’evento Economy of Francesco, salutando i duemila giovani economisti e imprenditori under 35 convocati, virtualmente, da Papa Francesco nella città del "poverello" per «dare un’anima all’economia del futuro».

Nel suo breve e intenso discorso il porporato africano ha ricordato l’invito di Francesco a «creare un nuovo modello economico più inclusivo, più equo, finalizzato non al servizio di pochi, ma a beneficio delle persone comuni e della società in generale».

A «passare da un’economia liquida a un’economia sociale», e cioè da un’economia «indirizzata al profitto che deriva dalla speculazione e dal prestare con alti interessi», a un’economia «sociale che investa nelle persone creando posti di lavoro e garantendo formazione». Turkson ha anche evocato il pensiero di san Giovanni Paolo II quando affermava che «lo scopo di un’azienda non è solo di registrare un utile, ma di creare una comunità di persone, nella sua essenza».

E poi ha ribadito quanto ripetuto più volte da Papa Francesco, e cioè che «il mercato di per sé non può risolvere ogni problema né guarire l’economia così com’è». Questo «è un dogma sottolineato da molti neoliberisti, ma è importante che un’ispirazione provenga dalla gente, dal governo della gente». Infatti l’economia «deve essere al servizio della gente, non il contrario». La gente non deve essere ridotta a essere «uno strumento, forza lavoro», ma ne va riconosciuta «la dignità».

All’evento ha portato il suo saluto l’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. «Spiritualmente – ha detto il presule rivolgendosi ai partecipanti – vi accolgo come ottocento anni fa il mio predecessore Guido accolse il giovane Francesco nel celebre giudizio che portò alla sua spogliazione».

Giudizio che «aveva a che fare con valori fondamentali, che riguardano in generale il senso della vita, ma che toccano da vicino anche l’economia». Sorrentino ha ricordato che l’oggetto del contendere era il denaro, che per il padre del santo, Bernardone, era diventato un idolo. Francesco invece «aveva invece capito che il denaro è solo uno strumento», che come tale «serve a costruire una economia bella, ricca di senso e di dono, che non può escludere nessuno, al contrario deve puntare al bene di tutti e soprattutto degli ultimi».

Così quando Francesco lo restituisce al padre, insieme ai vestiti, «egli scrive con la sua nudità il manifesto di un’economia alternativa». Ecco quindi che il Poverello di Assisi «fu un autentico change maker, un "economista" senza saperlo». L’economista «che tutti quanti voi giovani aspirate a diventare in questa scuola di Economy of Francesco». Infine la benedizione: «Il Signore conceda anche a voi di essere protagonisti di una nuova storia di bellezza e di bontà», perché «questo nostro mondo sconvolto dalla pandemia e da tante altre miserie e contraddizioni ne ha più che mai bisogno».

Come membro del Comitato organizzatore dell’evento ha portato il suo saluto anche Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi. Da lei un invito ai giovani a costruire «un sistema economico inclusivo, che non produca più nemmeno una singola vittima, una sola persona messa da parte, perché non può esserci «sviluppo o progresso senza prendersi cura dei membri più fragili della società». Dal sindaco di Assisi Stefania Proietti infine il saluto della città. «Voi giovani – ha detto – potete considerare, da oggi, Assisi come la vostra Città, la vostra patria, la vostra terra, dove alimentare e sperimentare la nuova economia, garantendo la continuità del processo innescato da Papa Francesco».

Il video della giornata:


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