martedì 21 aprile 2015
Il bollettino economico di Via Nazionale conferma  e irrobustisce i segnali di miglioramento per il nostro Paese rispetto  alle previsioni di gennaio, ma chiede più riforme per avere una crescita duratura e, soprattutto, accompagnata  da più posti di lavoro.
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La Banca d'Italia vede rosa e invita a una maggiore spinta riformista. I «presupposti» per il ritorno della domanda interna, un inizio di ripresa degli investimenti e della produzione industriale  ci sono, ma «il ciclo industriale stenta tuttavia a superare la prolungata  fase di debolezza«. Il credito alle imprese continua a flettere soprattutto  per la debolezza della domanda, nonostante il costo dei prestiti bancari  abbia segnato un nuovo lieve calo. Via Nazionale torna così a chiedere più riforme per avere una crescita duratura e, soprattutto, accompagnata  da più posti di lavoro.Il bollettino economico della Banca d'Italia conferma  e irrobustisce i segnali di miglioramento per il nostro Paese rispetto  alle previsioni di gennaio, ma stima solo «un lieve aumento» del Pil nel primo trimestre. Ribadisce la spinta del Quantitative easing della Banca  centrale europea pari a oltre un punto di Pil nel 2015-2016. Un aiuto che,  unito al calo del greggio, porterà all'aumento del Pil dello 0,5% quest'anno  e dell'1,5% il prossimo e che ha già avuto effetti «significativi» su spread  ed euro. Gli economisti di Palazzo Koch, però, non dimenticano i rischi  derivanti «dall'elevata incertezza» della questione greca, con Atene che  è in crisi di liquidità e sembra a un passo dal fallimento.Un riconoscimento  va anche alle politiche macroeconomiche del governo che hanno creato i presupposti per la ripresa della domanda interna e il consolidamento delle  esportazioni. Sul Documento di economia e finanza non ci sono giudizi (martedì  mattina è prevista l'audizione in Senato del vice direttore generale Luigi  Federico Signorini). Sull'occupazione il bollettino nota come gli sgravi  contributivi alle aziende varati a gennaio e il Jobs act, entrato in vigore  a marzo, rendono migliori le prospettive occupazionali. Il clima di fiducia  di famiglie e imprese, quindi, nota Via Nazionale, sta mostrando segnali  positivi. La spesa delle famiglie prosegue con un aumento contenuto e sono  positivi i dati sulle richieste ed erogazioni dei mutui, mentre le aziende  vedono in ripresa gli investimenti. Tuttavia, secondo Bankitalia, l'impatto  della crisi si fa ancora sentire: «Il ciclo industriale stenta a superare  la prolungata fase di debolezza».Il bollettino, invece, non quantifica  ancora l'effetto sull'economia reale dei fondi Tltro dati dalla Bce. Di  certo le banche italiane, che «stanno completando il recepimento nei bilanci  dei risultati del comprehensive assessment» (gli stress test), hanno fatto  il pieno di fondi, legati in teoria al finanziamento di famiglie e piccole  e medie imprese, nelle tre aste. Ben 93 miliardi (circa un terzo del totale)  sono stati raccolti dagli istituti italiani e si vedrà ora quanto nuovo  credito potrà essere erogato. Gli elementi quindi ci sono tutti. Ma «per  sostenere la crescita nel medio termine e conseguire un aumento duraturo dell'occupazione è però indispensabile un rilancio del prodotto potenziale.  A tale scopo è essenziale proseguire nell'azione di riforma: il miglioramento  del contesto normativo e delle condizioni per investire può incidere sulla  capacità delle imprese italiane di rispondere e adattarsi con successo  ai cambiamenti strutturali in atto nell'economia mondiale».   
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