Carlo Dell'Aringa, economista del lavoro, morto ieri (Ansa)
Carlo Dell’Aringa, uno dei più autorevoli economisti del lavoro italiani, è morto ieri in Corsica, colpito da un infarto. A novembre avrebbe compiuto 78 anni. Laureato all’Università Cattolica di Milano, aveva conseguito un dottorato ad Oxford ed era quindi tornato all’Ateneo milanese, dove dal 1982 è stato professore ordinario di Economia Politica. Nella sua carriera anche un’esperienza politica, eletto deputato con il Partito Democratico alle elezioni del 2016, è stato poi sottosegretario al ministero del Lavoro del governo Letta.
A Carlo Dell’Aringa mi ha legato, fino dagli anni dell’Università Cattolica di Milano, una amicizia personale che è diventata nel tempo sempre più profonda, e una comunanza di impegno culturale e sociale che da quel tempo giovanile non è mai venuta meno. Carlo è stato una persona di grande gentilezza e umanità ben visibili anche in un carattere sobrio e talora schivo. Queste doti umane si sono accompagnate con un grande equilibrio di analisi e di giudizio scientifico e pratico: doti preziose ma non comuni nell’ambiente accademico come nell’azione politica. Per tutta la sua vita Carlo si è dedicato con passione alla ricerca scientifica diventando uno dei maggiori esperti nelle questioni centrali dell’economia del lavoro. Come ho potuto verificare direttamente era apprezzato non solo in Italia ma negli ambienti internazionali che ha frequentato fin da giovane.
Per queste qualità e per questo suo impegno scientifico è stato chiamato dai colleghi a ricoprire incarichi di responsabilità in diverse associazioni di economisti e di esperti di relazioni industriali. In questo ambito ha avuto una stima condivisa dalle parti sociali, il cui contributo ha sempre ritenuto importante per la ricerca di soluzioni partecipate ai problemi sociali. Da giurista del lavoro ho avuto modo di apprezzare la sua capacità di affrontare i problemi del lavoro e delle relazioni industriali, con approccio veramente interdisciplinare e con attenzione alle ricadute di policy delle analisi scientifiche.
La varietà e l’attualità dei suoi interessi risultano anche dai numerosi scritti: dal lavoro con Lucifora «Salari, incentivi e mobilità nell’economia italiana» (2002) al testo «Il mercato del lavoro in Italia: analisi e politiche» del 2009, a «Earnings differentials between immigrants and natives» Iza Journal of migration (2015), fino ai volumi collettivi da lui curati nell’ambito dell’Arel: le riforme che mancano, 34 proposte per il Welfare del futuro (2009) «Giovani senza futuro? Proposte per una nuova politica» (2011) e da ultimo «Salari, produttività, diseguaglianze (2017).
Il suo impegno e la sua etica civile lo hanno portato sempre a dedicarsi alle questioni sociali, in ambito sia associato sia poi politico. È stato presidente dell’Aran (agenzia per la presenza negoziale delle pubbliche amministrazioni dal 1995 al 2000) e ha contribuito anche dopo a impegnarsi per modernizzare le amministrazioni pubbliche. Dal 2001 al 2004 è stato commissario straordinario dell’Isfol (istituto per lo sviluppo per la formazione professionale dei lavoratori). Nel 2013 è stato eletto alla Camera dei deputati nelle liste del Pd ed è stato sottosegretario di stato al Ministero del Lavoro sotto il ministro Enrico Giovannini. Nella commissione Lavoro della Camera ha contribuito a molte delle recenti riforme del mercato del lavoro e del Welfare. Anche dopo il termine del suo mandato parlamentare Carlo ha continuato a fornire i suoi preziosi consigli in queste materie, da ultimo alle attività del Cnel di cui era stato anche consigliere esperto. Il dolore per la sua scomparsa è acuito non solo dalla memoria di tanti momenti belli vissuti negli anni, ma dalle immagini vivissime di questi ultimi giorni e degli impegni che ancora ci siamo scambiati per tanti progetti comuni.
presidente del Cnel