La crisi demografica impatterà sul mondo del lavoro con sempre meno giovani disponibili
La crisi demografica si abbatterà come uno tsunami sul mercato del lavoro provocando una grave carenza di lavoratori. In Italia sarà superiore a quella registrata negli altri Paesi europei. A dirlo uno studio realizzato da Adapt (l’associazione senza fini di lucro fondata da Marco Biagi nel 2000 per favorire gli studi nel campo del diritto del lavoro e delle relazioni industriali) che ha condotto un'analisi sui dati Istat per l'Italia e sui dati Eurostat per il contesto europeo. Secondo lo studio, lo scenario occupazionale entro il 2050 subirà in modo consistente l'effetto dell'andamento demografico. In particolare, è stato osservato che se il tasso di occupazione restasse costante, già nel 2030 il numero di occupati in Italia subirebbe un calo del 3,2%, cinque volte superiore alla media del vecchio continente (0,6%).
"Questo significa - spiega Francesco Seghezzi, presidente Adapt - che fra meno di 6 anni avremo 730 mila lavoratori in meno, anche se la percentuale di persone occupate rispetto alla popolazione occupabile restasse invariata. Quindi, per quanto positivo l'attuale trend occupazionale, le trasformazioni demografiche non possono lasciarci indifferenti, anche perché non potranno cambiare nel medio termine". Se si estende la proiezione sul 2040 e poi sul 2050, la situazione peggiora drasticamente, con l'andamento italiano sempre più critico rispetto alla media europea. Già nel 2040, fra meno di vent'anni, il calo di occupati in Italia arriverebbe al 13,8% e al 20,5% nel 2050. Tradotto in numeri assoluti, nel 2040 si stima ci saranno 3,1 milioni di lavoratori in meno e nel 2050 il calo arriverebbe a 4,6 milioni.