Nelle grandi città, nella foto una veduta di Napoli, i prezzi delle case sono rimasti elevati nonostante il crollo delle compravendite - Ansa
A dicembre calano i tassi applicati dalle banche italiane sui nuovi mutui mentre salgono ancora quelli sui prestiti alle imprese. Il dato arriva dal rapporto mensile dell'Abi (Associazione bancaria italiana) che segnala come il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 4,42%, rispetto al 4,50% di novembre. Il ribasso, il primo dopo 24 mesi di aumenti ininterrotti, è influenzato dall'andamento di mercato dei tassi Irs, sceso nelle scorse settimane, su cui si basano i mutui a tasso fisso anche se restano le incognite geopolitiche ed economiche per i prossimi mesi. Nel rapporto si rileva che sul totale delle nuove erogazioni di mutui il 62,5% erano mutui a tasso fisso (79,3% il mese precedente).
E se i tassi dei mutui per l’acquisto di abitazioni sono in discesa, crescono quelli dei prestiti per le imprese che passano dal 5,59% di novembre al 5,69% di dicembre. Rispetto a dicembre 2021, quando il dato per le imprese era all'1,18% e quello sui mutui all'1,40% si conferma l'andamento divergente con un aumento di 451 punti base per le società non finanziarie e di 302 per l'acquisto di abitazioni.
Il picco di tassi sui mutui toccato a novembre, quando è stato raggiunto un livello che non si vedeva da 15 anni, ha quindi iniziato la sua discesa come gli analisti prevedevano. La politica della Bce ha iniziato a dare i suoi frutti rallentando l'inflazione, e i tassi sul mercato hanno iniziato a scendere in vista di un taglio nei prossimi mesi.I dati della Banca d'Italia diffusi qualche giorno fa certificano il colpo che ha ricevuto il mercato immobiliare italiano nell'ultima parte del 2023. Il tasso taeg (comprensivo quindi di spese) sui nuovi finanziamenti è arrivato ad un livello che non si vedeva dalla fine del 2008. Non a caso, sempre secondo le tabelle di Bankitalia, a novembre sono scesi dell'1,2% i prestiti alle famiglie che evidentemente hanno rimandato, se possibile, l'acquisto. Gli alti tassi peraltro hanno inciso anche sui prestiti alle imprese, crollati del 4,8% con le aziende che stanno rimandando gli investimenti o hanno fatto ricorso alla propria liquidità.
I dati sull'inflazione diffusi a dicembre hanno indotto la Bce a tagliare le stime di inflazione per il 2024. L'istituto centrale ha tuttavia tenuto i tassi ancora una volta fermi e non si è sbilanciato sulla tempistica dei tagli, forse per frenare le eccessive aspettative di mercato che ha comunque fatto dietrofront sui mutui dopo 24 mesi di rialzi. Su quando la Bce inizierà a ridurre il costo del denaro c'è ancora incertezza. Il mercato, molti comparti economici e buona parte della politica chiede un'azione già a marzo ma lo scenario più probabile, secondo gli osservatori, la prevede a giugno con un ulteriore taglio nella seconda metà dell'anno.