Inaugurazione dell'hub di economia circolare a Stellantis - Ansa
L’occupazione continua a crescere anche nel 2024 sia pure ad un ritmo più lento rispetto a quello sostenuto dei due anni precedenti. I dati longitudinali sull’offerta di lavoro del primo trimestre diffusi, oggi dall’Istat, testimoniano un andamento positivo sia pure con una lieve frenata, fisiologica all’inizio dell’anno perché alcuni contratti scaduti non vengono subito rinnovati.
Gli occupati aumentano in termini congiunturali di 75 mila unità (+0,3% rispetto al quarto trimestre 2023), a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+92 mila, +0,6%) e degli indipendenti (+32 mila, +0,6%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-49 mila, -1,7%); cala il numero di disoccupati (-55 mila, -2,9% in tre mesi) e aumenta quello degli inattivi di 15-64 anni (+37 mila, +0,3%). Simile la dinamica per i tassi: quello di occupazione raggiunge il 62% (+0,1%), quello di disoccupazione scende al 7,2% (-0,2%) e il tasso di inattività 15-64 anni sale al 33,1% (+0,1%).
Nei dati provvisori del mese di aprile 2024, rispetto al mese precedente, si osserva un aumento degli occupati (+84 mila, +0,4%) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e alla stabilità del tasso di inattività 15-64 anni.
L'occupazione, nel primo trimestre 2024, cresce anche in termini tendenziali (+394 mila, +1,7% in un anno), coinvolgendo, pure in questo caso, i dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e gli indipendenti (+1%); i dipendenti a termine invece diminuiscono (-4,6%), insieme ai disoccupati (-123 mila in un anno, -5,9%) e agli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-233 mila, -1,9%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+0,9 punti rispetto al primo trimestre 2023) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-0,6 in entrambi i casi).
L’aumento dell’occupazione non si traduce però in una crescita economica. Lo dimostra un indicatore, quello sull'input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, che è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% rispetto al primo trimestre 2023 mentre il Pil ha registrato una crescita assai più debole, sia in termini congiunturali (+0,3%) sia in termini tendenziali (+0,7%). Una contraddizione che evidenzia la scarsa produttività.
Anche dal lato delle imprese si osserva la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, con un aumento pari allo 0,8%, di entità lievemente inferiore nella componente a tempo pieno (+0,7%) rispetto a quella a tempo parziale (+0,9%). In termini tendenziali la crescita delle posizioni dipendenti è più marcata, pari a 2,8% nel totale, lievemente superiore per i full time (+2,9%) rispetto ai part time (+2,6%). Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,6%) e, più lievemente, in termini tendenziali (+0,4%); aumenta il ricorso alla cassa integrazione (7,8 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti, pari al 2,1%, diminuisce di 0,3 punti nel confronto congiunturale e di 0,2 in quello tendenziale.
Su base congiunturale, il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) aumenta dello 0,1%, e la crescita è di pari intensità per le retribuzioni e per i contributi sociali; in termini tendenziali l'aumento del costo del lavoro è più marcato, si attesta all'1,6%, ed è trainato in particolare dalla componente retributiva che aumenta di +1,8% a fronte di un aumento di +0,9% dei contributi sociali.