Bergoglio ha incontrato stamani i vertici della Conferenza episcopale statunitense, un’udienza attesa dopo settimane in cui la Chiesa Usa è stata scossa dal caso dell’ex cardinale Theodore McCarrick, dalla pubblicazione dell’indagine su mezzo secolo di abusi nelle diocesi della Pennsylvania e della memoria-denuncia dell’ex nunzio e arcivescovo Carlo Maria Viganò. Da Francesco si sono presentati il presidente dei vescovi statunitensi, il cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston; il vicepresidente, l’arcivescovo di Los Angeles José Horacio Gómez; il segretario generale, monsignor Brian Bransfield; e il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori.
«Siamo grati al Santo Padre per averci ricevuti in udienza» hanno scritto i presuli in una nota ufficiale, «abbiamo condiviso con papa Francesco la nostra situazione negli Stati Uniti, come il corpo di Cristo sia lacerato dal male degli abusi sessuali. È stato uno scambio lungo, fruttuoso e buono. Appena terminata l’udienza, abbiamo pregato insieme l’Angelus per la misericordia di Dio e per la forza nel lavorare insieme per curare le ferite. Abbiamo intenzione di continuare attivamente il nostro comune discernimento per individuare i prossimi passi concreti».
Intanto sempre ieri, a conferma dell’ampiezza della crisi nella Chiesa a stelle e strisce, Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo di Wheeling-Charleston, Michael Bransfield, cinque giorni dopo il compimento dei suoi 75 anni. Il Pontefice ha inviato l’arcivescovo di Baltimora, William Lori, a «indagare su accuse di abusi di adulti» nei confronti del vescovo ora emerito. Lori ha confermato l’inchiesta e il commissariamento della diocesi: «Mi impegno a trovare la verità sulle preoccupanti accuse sul conto del vescovo Bransfield e a lavorare a stretto contatto con clero, religiosi e responsabili della diocesi fino alla nomina di un nuovo vescovo».