Via Saffi a Bologna invasa dall'acqua - FOTOGRAMMA
La presidenza della Conferenza episcopale italiana in un comunicato ha espresso «fraterna vicinanza alle popolazioni colpite dall’ondata di maltempo che sta flagellando l’Emilia-Romagna. Nell’assicurare il ricordo nella preghiera per le vittime, i dispersi e tutte le famiglie coinvolte, la Presidenza rinnova l’invito alle diocesi, alle parrocchie, agli istituti religiosi a pregare e a farsi prossimi agli abitanti dei territori provati dalle alluvioni e dalle esondazioni dei fiumi.
"Di fronte a questa nuova calamità capiamo con chiarezza come dobbiamo essere uniti nell’emergenza, come scegliere insieme di curare la nostra casa comune e ci impegniamo a fare quanto necessario per collaborare con i soccorsi e nel garantire accoglienza e solidarietà a chi si trova nel bisogno”, afferma la presidenza con le parole dei Vescovi della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna.
La Segreteria Generale della Cei è in contatto con i Vescovi delle Diocesi colpite e con la rete della Caritas per avere un quadro aggiornato della situazione e individuare le prime necessità a cui far fronte».
Il comunicato dei vescovi dell'Emilia-Romagna
I vescovi dell’Emilia-Romagna pregano per chi sta soffrendo e invitano le comunità ad aiutare chi è in difficoltà e ad impegnarsi di più per la cura e la custodia del Creato.
In un comunicato firmato congiuntamente, i pastori spiegano che «davanti alla drammatica emergenza dovuta all’alluvione, alle persistenti piogge e alle esondazioni dei fiumi che hanno colpito, in questi giorni, in particolar modo la Romagna ma anche Bologna e altre zone della nostra regione», «elevano una preghiera al Signore perché la situazione possa al più presto migliorare ed esprimono vicinanza per le vittime, per tutti coloro che sono stati colpiti e per i tanti che stanno vivendo e soffrendo ore di angoscia poiché sfollati o bloccati dagli allagamenti, dalle strade e dai collegamenti interrotti».
I vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, richiamano inoltre «le comunità ad accogliere e ad aiutare chi è nel bisogno, al senso di responsabilità per il bene comune e a rispettare le disposizioni dei sindaci e delle autorità istituzionali a cui esprimono la propria vicinanza per l’impegno profuso, in particolare dalla Protezione
Civile e dalle varie realtà che si adoperano».
«Di fronte a questa nuova calamità - affermano i Vescovi Ceer - capiamo con chiarezza come dobbiamo essere uniti nell’emergenza, come scegliere insieme di curare la nostra casa comune e ci impegniamo a fare quanto necessario per collaborare con i soccorsi e nel garantire accoglienza e solidarietà a chi si trova nel bisogno».
I danni alle case della Comunità Papa Giovanni XXIII
Ingenti i danni nelle varie sedi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Una casa famiglia di Faenza in cui vivono 8 persone, di cui 3 con gravi disabilità, ha il piano terra completamente allagato. Anche la comunità terapeutica di Albareto, vicino a Faenza, è sott'acqua. I 13 ragazzi ospiti si sono radunati al primo piano in attesa di essere evacuati, mentre al piano terra è andato tutto completamente distrutto, le auto e i pulmini sommersi. Il Villaggio della gioia a Forlì ha l'acqua a pochi metri dalle case. La Capanna di Betlemme di Forlì, casa di accoglienza per senza fissa dimora, ha tutta l'acqua intorno. Le due case per profughi nell'Appennino sono completamente isolate a causa delle frane. La comunità terapeutica di Bagnile nel Cesenate è irraggiungibile perché è divenuta come un'isola in mezzo a un grande lago. Una casa famiglia di Rimini ha visto tutto il piano terra allagarsi ed è stata evacuata e accolta in un'altra struttura della Papa Giovanni, la Colonia Stella Maris.