Il cardinale Gualtiero Bassetti - Siciliani
Nuova telefonata di papa Francesco per conoscere le condizioni di salute del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ancora ricoverato in ospedale a Perugia a causa del Covid. Poco dopo le 11.30 di questa mattina il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, Marco Salvi, ha ricevuto la chiamata del Pontefice, la seconda in meno di dieci giorni. «Papa Francesco – racconta il presule che ha appena concluso l’isolamento dopo essere stato contagiato asintomatico – mi ha chiesto come mi sentivo dopo che l’indesiderato “ospite”, il coronavirus, ha lasciato il mio corpo. Mi ha poi chiesto aggiornamenti dello stato di salute del nostro pastore Gualtiero e l’ho rassicurato sul fatto che tutto “procede per il meglio con l’aiuto di Dio e dei sanitari che lo hanno in cura”. Ho poi annunciato al Papa – prosegue nel racconto il vescovo ausiliare come riporta Riccardo Liguori sul settimanale diocesano “La Voce” – che presto il cardinale verrà dimesso dall’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia per raggiungere il policlinico Gemelli di Roma, per un periodo di convalescenza e di riabilitazione. Al Santo Padre ho detto che al Gemelli il nostro cardinale si sentirà come a casa sua, rincuorato dalla vicinanza di Sua Santità… Il Papa mi ha chiesto di far pervenire al cardinale un suo messaggio personale». Parole che Salvi ha subito comunicato a Bassetti. E il porporato le ha accolte, racconta il vescovo ausiliare, «commuovendosi molto per la costante attenzione e premura del Santo Padre nei suoi confronti».
Il settimanale fa sapere che Bassetti sperava, in un primo momento, di far ritorno a casa, nell'arcivescovado di Perugia, come aveva confidato ad alcuni collaboratori di Curia, dopo essere stato dimesso dall’ospedale. Ma ha prevalso la cautela e quindi la scelta è caduta sul Policlinico Gemelli a Roma dove il cardinale sarà trasferito nei prossimi giorni. A un collaboratore il presidente della Cei ha detto: «Ho condiviso con gli altri malati umbri quindici giorni di questa dura prova, confortandoci a vicenda, senza mai perdere la speranza della guarigione con l’aiuto del Signore e della Beata Vergine Maria. Ho condiviso nella sofferenza il clima di una famiglia, quella dell’ospedale della nostra città, quella famiglia che Dio mi ha dato nell’aiutarmi a vivere con serenità questa grave malattia. In questa famiglia ho ricevuto cure appropriate e ringrazio quanti mi hanno assistito. Non ho fatto altre scelte e prima di ritornare a casa trascorrerò un periodo di convalescenza distante dalla mia comunità diocesana, ma nella certezza di averla sempre nel mio cuore come lei mi ha sempre nel suo».